Quando scese la notte, Jiamin rimase davanti alla finestra ad osservare il cielo sereno e la luna splendente. Ripensò a molti versi che aveva cercato leggendo la Bibbia qualche giorno prima: “Perché, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figliuol dell’uomo” (Matteo 24:27), “E come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figliuol dell’uomo” (Matteo 24:37), e “perché com’è il lampo che balenando risplende da un’estremità all’altra del cielo, così sarà il Figliuol dell’uomo nel suo giorno. Ma prima bisogna ch’e’ soffra molte cose, e sia reietto da questa generazione” (Luca 17:24-25). Jiamin si immerse nei suoi pensieri: questi versi si riferiscono tutti a “la venuta del Figliuol dell’uomo”. Significa forse che il Signore ci apparirà nelle sembianze del Figlio dell’uomo quando ritornerà? La Bibbia dice anche: “Ma prima bisogna ch’e’ soffra molte cose, e sia reietto da questa generazione”. Il Signore Gesù venne rifiutato proprio da quella generazione. Ma nuovamente verrà rifiutato negli ultimi giorni. Può essere che il Signore soffrirà ancora una volta la persecuzione e il rifiuto del mondo quando ritornerà, proprio come si è incarnato quando venne tra gli uomini per la prima volta?
Jiamin non poteva evitare di ripensare alle scene di quando il Signore Gesù operava tra gli uomini. Portò il Vangelo del Regno dei Cieli, insegnò all’uomo a confessarsi e a pentirsi davanti a Dio e compì numerosi miracoli, come curare gli ammalati, scacciare i demoni, domare i venti e i mari, dare da mangiare a cinquemila persone con cinque pezzi di pane e due pesci, risorgere dalla morte e così via. Da quello che possiamo vedere, l’opera e le parole del Signore Gesù erano la manifestazione della potenza e dell’autorità di Dio. Fino a che non risorse tre giorni dopo essere stato crocifisso, non apparve ai suoi discepoli per 40 giorni e poi ascese al cielo, non credettero che il Signore Gesù fosse Cristo, l’incarnazione di Dio. Naturalmente, se gli esseri umani non conoscono l’incarnazione del Figlio dell’uomo, sicuramente Lo rifiuteranno e si opporranno a Dio.
Jiamin pensò che se fosse nata nell’epoca in cui il Signore Gesù operò e Lo avesse visto, con l’aspetto di una persona normale qualunque, allora Lo avrebbe riconosciuto, avrebbe creduto in Lui e Lo avrebbe seguito? Si perse tra questi pensieri.
Al giorno d’oggi, è arrivato il momento decisivo di accogliere la seconda venuta del Signore. Se il Signore venisse un’altra volta sulla terra come Figlio dell’uomo, faremmo lo stesso errore che fecero gli Israeliti a quel tempo e crederemmo in Dio pur opponendo resistenza a Lui Stesso? Pensando a queste cose, si rese conto di dover conoscere davvero Dio se voleva essere pronta ad accogliere il ritorno del Signore.
Ma il problema continuava a occupare la sua mente. Non aveva idea di come conoscere il Figlio dell’uomo. Per questo motivo, si inginocchio e cominciò a pregare il Signore: “Oh, Signore, Ti prego di aprire gli occhi del mio spirito in modo che possa conoscerTi grazie alle Sacre Scritture, riconoscerTi e seguirTi quando tornerai”. Dopo la preghiera, si ricordò all’improvviso delle parole delle Scritture: “Filippo gli disse: Signore, mostraci il Padre, e ci basta. Gesù gli disse: “Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre? Non credi tu ch’io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a cagion di quelle opere stesse” (Giovanni 14:8-11).
Quando il Signore Gesù disse: “Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue” e “[…] credete a cagion di quelle opere stesse”. Il Signore Gesù ci insegna che all’apparenza Lui è un semplice Figlio dell’uomo. Ma se l’uomo vuole conoscere la sostanza divina del Signore Gesù e riconoscere che Lui è il Padre nei cieli, allora deve conoscere le parole e le opere del Signore Gesù. Queste sono il motivo per cui il Figlio dell’uomo possiede sostanza divina. Le Sue parole e la Sua opera rappresentano il Padre nei cieli e sono espressione diretta dello Spirito Santo. Lui può parlare all’intera umanità nel nome di Dio, insegnare all’uomo ad amare i proprio nemici e a perdonare gli altri settanta volte sette; quello che lui ha rivelato era l’indole di Dio e il Suo essere. Ha mostrato pietà verso l’uomo e ne ha perdonato i peccati; il Signore ha l’autorità e il potere di compiere miracoli: resuscitare i morti… Più ci rifletteva, più ne era sicura. Solo dalle parole e dall’opera del Figlio dell’uomo possiamo riconoscere che Lui è Cristo, il corpo incarnato di Dio.
Pensando ciò, si sentì di aver appreso qualcosa quel giorno attraverso lo studio della Bibbia e ne fu molto felice.
La notte successiva, dopo essere stata impegnata tutto il giorno, si trovò ancora una volta davanti al Signore per meditare e riflettere sulle Scritture. Oggi, uno dei suoi colleghi le aveva dato un libro. Lo aprì e lesse queste parole: “L’essenza dell’opera dello Spirito Santo è quella di salvare l’uomo ed è per amore della gestione di Dio. Allo stesso modo, l’opera di Cristo è quella di salvare l’uomo ed è per amore della volontà di Dio”. “Colui che è l’incarnazione di Dio deve avere la Sua sostanza e la Sua espressione. Poiché Dio Si trasforma in carne, compirà l’opera che deve realizzare, e dal momento che Egli Si trasforma in carne, esprimerà ciò che è e sarà in grado di portare la verità all’uomo, dargli la vita e mostrargli la via. La carne che non contiene l’essenza di Dio non rappresenta certamente Dio incarnato: non c’è dubbio. Per esaminare se si tratta dell’incarnazione di Dio, l’uomo deve valutare l’indole che Egli esprime e le parole che pronuncia. In altri termini, il fatto che Egli sia o non sia Dio in carne, e che sia o non sia la vera via, deve essere giudicato dalla Sua essenza. E così, nello stabilire se si tratta di Dio in carne, il punto è prestare attenzione alla Sua sostanza (la Sua opera, le Sue parole, la Sua indole e molto altro), anziché all’apparenza esteriore. Se l’uomo vede soltanto la Sua apparenza esteriore, e trascura la Sua essenza, ciò dimostra la sua ignoranza e la sua ingenuità”.
Questi due passaggi le fecero guadagnare un po’ di luce, consentendole di comprendere un aspetto del mistero: riconoscere che il Figlio dell’uomo è il corpo incarnato di Dio, non si basa sull’aspetto ordinario e normale del Figlio dell’uomo, ma dipende dalle Sue parole e dalla Sua opera. Questo perché il Figlio incarnato dell'uomo possiede la sostanza della divinità e può esprimere ciò che Dio ha ed è, proprio come ha detto il Signore Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita; […]” (Giovanni 14:6). Poi, le fu ricordato perché i Farisei non avevano conoscenza del Signore Gesù e Lo condannarono per blasfemia. Per quanto riguarda la ragione, è perché erano troppo arroganti, tenacemente attaccati alle proprie idee e alla propria immaginazione. Non hanno né cercato né accettato la verità, piena di concezioni sulle parole e l’opera del Signore, così come l’umanità normale, anche calunniandoLo, condannandoLo e resistendoGli. A causa del loro atteggiamento verso la verità, essi non solo attaccarono e bestemmiarono direttamente contro la sostanza divina del Signore Gesù, ma anche si accordarono con il governo romano per crocifiggerLo, commettendo l’odioso crimine di opporsi a Dio, e furono così puniti e maledetti da Dio. Vedendo il fallimento dei farisei, Jiamina non solo provò paura, ma fu anche grata per la misericordia di Dio. Grazie a Dio per averle permesso di comprendere questo aspetto della verità.
In questo momento, pensò Jiamin: È profetizzato che il Signore apparirà all’uomo come il Figlio dell’uomo quando tornerà. Così dovrebbe essere che Dio parlerà e opererà come Dio incarnato.
Jiamina era molto felice dentro di lei. Aveva raggiunto una certa comprensione della profezia della seconda venuta del Signore: Se vogliamo accogliere la seconda venuta del Signore, dobbiamo cercare le parole e l’opera dello Spirito Santo, e vedere chi può esprimere la verità, le cui parole e l’opera possono esprimere l’indole di Dio e ciò che Egli ha ed è. Solo così possiamo riconoscere il Cristo incarnato. Non dobbiamo seguire le orme dei farisei, aggrapparci ostinatamente alle nostre idee e alla nostra immaginazione o misurare il Figlio dell’uomo incarnato dal Suo aspetto e dalla Sua origine.
Quella notte, Jiamin fece un bel sogno.
Traduzione di Maria Caterina Santagati
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