Il secondo è questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi”.
- Marco 12:31
Uno scriba chiese a Gesù quale comandamento fosse il più grande. Egli gli rispose con questo versetto: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.
Conosciamo bene questo comandamento di Gesù, ma quando lo pratichiamo, sentiamo che è tanto difficile. Ad esempio, è semplice amare gli altri come noi stessi quando non vi è un conflitto di interessi tra noi e parenti, amici o colleghi. Tuttavia, quando si presentano attriti tra noi o quando qualcosa nuoce ai nostri interessi, non riusciamo ad amare gli altri come noi stessi.
Molte volte, quando ci troviamo ad affrontare queste situazioni, ci basiamo sul nostro sangue caldo, invece di praticare il comandamento di Gesù. Dopo che la situazione si è conclusa, continuiamo a pentirci: perché, allora, non siamo capaci di agire secondo le parole di Gesù? Perché ogni volta ci pentiamo senza cambiare veramente? In seguito, lessi un passo che recitava così: “Umanità crudele e brutale! La cospirazione e l’intrigo, la contesa con l’altro, la corsa alla reputazione e alla ricchezza, l’eccidio reciproco, quando avranno mai fine? Dio ha detto centinaia di migliaia di parole, ma nessuno è diventato ragionevole”. Si può comprendere che la ragione per cui non riusciamo ad amarci l’un l’altro è che viviamo nella schiavitù di Satana, non cercando altro che profitto, lottando per successo e denaro.
Gesù Cristo disse una volta, “E perché guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo? […] rai prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall’occhio del tuo fratello” (Matteo 7:3-5). Quindi, se desideriamo andare d’accordo con il nostro prossimo, non dovremmo sempre puntargli gli occhi addosso, ma indagare noi stessi. Intanto, dovremmo trattare gli altri in modo equo, essere tolleranti e pazienti con le inadeguatezze altrui, e allora saremo capaci di porci in una relazione corretta con il prossimo.
In effetti, è così difficile amare gli altri come noi stessi senza una comunicazione spirituale. Qualche tempo fa lessi un passo: “Se le persone non hanno alcuna comunicazione verbale o spirituale, non c’è possibilità di confidenza tra loro, ed esse non possono provvedere l’una all’altra né aiutarsi a vicenda. Avete una simile sensazione? Se un amico ti dice ogni cosa, rivelandoti tutto ciò che pensa in cuor suo, e quale sofferenza o felicità abbia dentro di sé, non ti senti particolarmente in confidenza con lui? È disposto a raccontarti queste cose perché anche tu gli hai parlato delle parole nel tuo cuore. Gli sei particolarmente vicino, ed è per questo che riesci ad andare d’accordo con lui e che vi date una mano a vicenda”. Il brano ci indica una buona strada. Se desideriamo andare armoniosamente d’accordo con gli altri, da parte nostra dobbiamo mettere a nudo i pensieri e le difficoltà dei nostri cuori, discutendone con gli altri, e allo stesso tempo dobbiamo imparare ad ascoltare le opinioni altrui. In questo modo, ci aiutiamo e sosteniamo l’un l’altro, e naturalmente ci avviciniamo.