I tre principi dei cristiani per magnificare la grandezza di Dio
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- 1. In primo luogo, dobbiamo avere nel nostro cuore un posto che sia per Dio, non per un uomo, e nemmeno dovremmo idolatrare o guardare con ammirazione ad alcuno
- 2. In secondo luogo, nel servire Dio, dovremmo magnificarLo e renderGli testimonianza in ogni cosa, metterLo al primo posto e lasciare che Egli regni nei nostri cuori
- 3. In terzo luogo, di fronte a eventi che non comprendiamo, dovremmo avere un cuore rispettoso di Dio e non fare congetture su di essi a nostro piacimento
Dio una volta disse: “Non avere altri dèi nel mio cospetto” (Deuteronomio 5:7). Questo è uno dei comandamenti di Dio ai quali l’umanità deve attenersi. Egli è il Creatore, fonte di vita per ogni cosa, è Colui che nutre costantemente tutto ciò che è, che regna sull’intera creazione e la controlla, per cui è legge del cielo e della terra che noi esseri creati Gli obbediamo e Lo adoriamo. Per noi cristiani, magnificare la grandezza di Dio nella nostra fede è cosa della massima importanza, perché riguarda direttamente il grande tema di ottenere la Sua approvazione. Tuttavia, di fronte alle difficoltà della vita quotidiana, piuttosto che come prima cosa pregare Dio e cercarLo, spesso chiediamo aiuto a persone che idolatriamo e ammiriamo. Con il cuore occupato da uomini e donne a cui guardiamo con ammirazione, spesso non riusciamo a seguire il comandamento di Dio relativo al magnificare la Sua grandezza.
In che modo noi cristiani possiamo davvero esaltare la grandezza di Dio? Per quanto riguarda questa domanda, i miei collaboratori e io abbiamo cercato la guida di Dio e, al termine di questo processo, abbiamo sintetizzato tre principi di cui servirsi per la pratica. Ora desidero comunicarveli, questi principi, con la speranza di poter entrare insieme a voi in questo aspetto della verità.
In primo luogo, dobbiamo avere nel nostro cuore un posto che sia per Dio, non per un uomo, e nemmeno dovremmo idolatrare o guardare con ammirazione ad alcuno
Nei Dieci Comandamenti si ricorda: “Non avere altri dèi nel mio cospetto. Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a quelle cose e non servir loro, perché io, Jahvè, il tuo Dio, sono un Dio geloso […]” (Deuteronomio 5:7-9). Questo passo ci dice che noi credenti in Dio non possiamo glorificare alcun idolo, né guardarlo con ammirazione, perché Dio è un Dio che odia il male. Le Sue parole dicono: “Le persone che credono in Dio dovrebbero obbedire a Dio e adorarLo. Non dovresti esaltare né prendere ad esempio alcuna persona; […]”. Esse ci comunicano che noi credenti in Dio dovremmo adorarLo e avere solo Lui nei nostri cuori. Indipendentemente da ciò in cui ci imbattiamo, dovremmo ricercare la volontà di Dio e pensare a come compiacerLo e glorificarLo. Agire in tal modo è una prova che nei nostri cuori abbiamo un posto per Lui. Se, al contrario, non ci comportiamo così, ma ci rivolgiamo per ottenere un consiglio alle persone che adoriamo e ammiriamo, e prestiamo loro acriticamente ascolto, a prescindere dal fatto che le loro opinioni siano conformi alla verità e alla volontà di Dio, allora sarà probabile che verremo fuorviati. Cercare aiuto per qualsiasi cosa presso persone a cui guardiamo con ammirazione significa che le percepiamo nei nostri cuori come più grandi di Dio e che, in realtà, idolatriamo l’uomo e lo ammiriamo. Proprio come quegli Ebrei di cui si narra nella Bibbia: essi non magnificarono la grandezza di Dio, cosicché, quando il Signore Gesù giunse a compiere la Sua opera, costoro, pur sentendoLo parlare con autorità e potere, andarono comunque a chiedere ai sommi sacerdoti e ai farisei se Egli era il Messia; quando i farisei negarono che il Signore Gesù fosse il Messia arrivato, e persino giudicarono e condannarono la Sua opera, poiché gli Ebrei pensavano che i sommi sacerdoti e i farisei comprendessero meglio di loro la Scrittura, li idolatrarono ciecamente e prestarono loro ascolto, seguendoli nel condannare e nel respingere il Signore Gesù, e alla fine persero la Sua salvezza. Nel frattempo, vi erano altre persone, come Pietro, Giovanni e la Samaritana, che, diversamente da quegli ebrei, furono capaci di onorare la grandezza di Dio. Anche se in quel momento molti farisei ebrei resistettero all’opera del Signore Gesù, la condannarono e diffusero dicerie per calunniarLo, facendo tutto il possibile per impedire al popolo di seguirLo, la gente non credette acriticamente alle voci, ma indagò con attenzione e con cuore timorato di Dio le parole e l’opera del Signore Gesù. Quando costoro scoprirono che le parole e le espressioni del Signore Gesù avevano autorità e potere ed erano tutte la verità, allora riconobbero che Egli era il Messia che avevano tanto desiderato e, pertanto, Lo seguirono senza esitazione, ottenendo alla fine la Sua salvezza.
Quindi, se oggi non magnifichiamo la grandezza di Dio in tutte le cose, anche noi saremo inclini a guardare con cieca ammirazione e a idolatrare le persone, specialmente quei pastori e quegli anziani che hanno familiarità con la Scrittura e possono parlare con una profonda conoscenza teologica. Per esempio, alcuni di noi, di fronte ad avvenimenti importanti come sposarsi, avere figli, comprare una casa o trovare lavoro, si rivolgeranno immediatamente ai pastori e agli anziani per un consiglio, invece di pregare e guardare a Dio per ricercare la Sua volontà; alcuni devono chiedere il permesso ai pastori e agli anziani prima di andare ad ascoltare sermoni di altri e persino attendere la loro opinione per determinare se essi siano la vera via. Sono forse costoro veri credenti in Dio? Decisamente no! In realtà, essi non hanno posto per Dio nei propri cuori, per non parlare di magnificare la Sua grandezza. Rispetto a loro, vi sono uomini e donne capaci di pregare e di fare affidamento su Dio e di ricercare la Sua illuminazione e guida, quando affrontano i vari avvenimenti, uomini e donne che possono mettere in pratica con decisione le parole di Dio senza essere costretti da alcuno: sono questi, coloro che magnificano la grandezza di Dio, che otterranno la Sua cura e la Sua protezione, così come le Sue benedizioni, perché il Signore Gesù una volta disse: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi picchia” (Matteo 7:7-8).
In secondo luogo, nel servire Dio, dovremmo magnificarLo e renderGli testimonianza in ogni cosa, metterLo al primo posto e lasciare che Egli regni nei nostri cuori
Le parole di Dio dicono: “L’uomo non dovrebbe magnificare né esaltare sé stesso. Dovrebbe invece adorare ed esaltare Dio”. Questa è una delle regole di gestione di Dio a cui ciascuno di noi credenti deve obbedire. Come persone che servono Dio, è ancor di più nostro dovere magnificarLo e renderGli testimonianza in ogni cosa, e guidare i nostri fratelli e sorelle a obbedirGli e ad adorarLo. Chi conduce i fratelli e le sorelle davanti a sé stesso, di certo non è una persona che magnifica la grandezza di Dio. Per esempio, vi sono persone che, quando predicano i sermoni, per mettersi in mostra si concentrano solo sulla spiegazione relativa alla conoscenza biblica e alla teoria teologica, in modo tale che gli altri li stimino molto e li guardino con ammirazione. Costoro non comunicano come praticare le parole del Signore e come seguire la Sua via, né trasmettono la verità o testimoniano ciò che Dio ha ed è, o le Sue intenzioni, ma desiderano che gli altri seguano le regole. Di conseguenza, dopo che costoro hanno prestato il proprio servizio per anni, gli uomini e le donne da loro guidati, invece di acquisire una conoscenza di Dio, in realtà hanno sempre più familiarità con loro e giungono persino a adorarli come idoli nei propri cuori. Ovviamente, persone di questo tipo stanno rivaleggiando con Dio per la posizione e il loro stesso servizio è una forma di resistenza a Lui: come potrebbero costoro ottenere la Sua approvazione? Consentitemi di usare un esempio che potrebbe non essere del tutto appropriato: una madre deve andare al lavoro per poter crescere il proprio figlio, per cui assume una tata per prendersi cura del suo bambino. Inaspettatamente, dopo un po’ di tempo, la bambinaia dice davvero al bambino: “Dovresti chiamarmi mamma. La donna che hai chiamato ‘mamma’ fino a oggi non è la tua vera madre. La tua vera madre sono io”. Non pensate forse che questa tata sia veramente spregevole? Allo stesso modo, se non magnifichiamo Dio e non Gli rendiamo testimonianza in ogni cosa, ma invece conduciamo i fratelli e le sorelle alla nostra presenza, ciò prova che non abbiamo un posto per Dio nei nostri cuori e che non stiamo servendo Lui, ma ci stiamo invece occupando della nostra posizione. Ma se magnifichiamo Dio e Gli rendiamo testimonianza in ogni questione, se condividiamo sulle nostre esperienze e testimonianze di pratica delle parole del Signore, e guidiamo i fratelli e le sorelle a metterle anche loro in pratica, in modo che possano farvi affidamento, che possano obbedire al Signore e magnificarne la grandezza, allora si può affermare che stiamo servendo Dio e adempiendo ai nostri doveri per compiacerLo. E solo un tale tipo di servizio è in accordo con il cuore di Dio. Prendete Pietro come esempio. Durante il suo servizio egli non domandò mai alle persone di idolatrarlo, ma si concentrò solo sulla trasmissione delle parole del Signore Gesù e sulla sua esperienza e conoscenza di esse, conducendo i credenti a intendere la salvezza del Signore e il Suo amore per gli esseri umani. In Atti 10:25-26 si dice: “E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gittò ai piedi, e l’adorò. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: Lèvati, anch’io sono uomo!”. Da questi due versetti della Scrittura, possiamo comprendere che Pietro non voleva che gli altri lo guardassero con ammirazione, per cui chiarì loro che, anche se poteva operare per il Signore, lui stesso era solo un uomo corrotto, che non andava idolatrato. Quindi, nel nostro servizio, dovremmo imitare Pietro, aiutando i nostri fratelli e le nostre sorelle ad acquisire una conoscenza di Dio attraverso la nostra condivisione e ad apprendere il modo in cui fare affidamento su di Lui nei momenti di difficoltà. Anche questa è una dimostrazione di come si magnifica la grandezza di Dio.
In terzo luogo, di fronte a eventi che non comprendiamo, dovremmo avere un cuore rispettoso di Dio e non fare congetture su di essi a nostro piacimento
Jahvè Dio disse: “Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie” (Isaia 55:8). Da questo versetto possiamo desumere che noi esseri umani non saremo mai capaci di capire ciò che Dio dice e fa. Quindi, come esseri creati, dovremmo avere cuori che Lo venerano e non giudicare arbitrariamente qualunque cosa provenga da Lui e farvi congetture. Le parole di Dio dicono: “Il tuo cuore dovrebbe essere sempre riverente dinanzi a Dio, dovresti essere moderato nelle tue parole e azioni, […]”. Esse ci comunicano che, indipendentemente da quale sia la circostanza in cui facciamo o diciamo cose, dovremmo avere dei principi e agire secondo la verità; dovremmo cercare la verità e l’illuminazione dello Spirito Santo con un cuore riverente e obbediente a Dio; quando non riusciamo a comprendere a fondo la Sua opera, non dovremmo giudicarla o parlarne con noncuranza, ma sarebbe bene che esprimessimo semplicemente quello che abbiamo capito. Per quanto riguarda la parte che non comprendiamo, dovremmo pregare Dio e cercare la verità, invece di analizzare e giudicare arbitrariamente secondo le nostre opinioni. Come tutti sappiamo, quando Giobbe perse il suo bestiame che riempiva le montagne e tutti i suoi figli, ed ebbe il corpo ricoperto di piaghe doloranti, anche se non poteva capire perché gli capitavano questi eventi, egli non usò le sue concezioni e immaginazioni per giudicare Dio e lamentarsi contro di Lui, o peccare con le sue labbra, ma Lo pregò e si affidò a Lui con cuore riverente, e obbedì alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, rimanendo saldo nella propria testimonianza a Lui. I tre amici di Giobbe, tuttavia, non ebbero un cuore che rispettava Dio; espressero ipotesi e giudizi casuali su Giobbe, provocando così l’ira di Dio. I farisei sono un altro esempio. Quando il Signore Gesù venne a compiere la Sua opera, vedendo che essa e le Sue parole non erano conformi alle loro concezioni e immaginazioni, i farisei giudicarono e condannarono arbitrariamente la Sua opera senza il minimo timore nei loro cuori, e cospirarono persino con il governo romano per crocifiggerLo, offendendo l’indole di Dio e soffrendo così la Sua punizione. Pertanto, non dobbiamo saltare a conclusioni riguardo a cose che non capiamo. Soprattutto nel momento cruciale per il ritorno del Signore negli ultimi giorni, è bene che abbiamo un cuore colmo di riverenza nei confronti del Suo ritorno. Non dovremmo definire l’apparizione di Dio e operare secondo la nostra immaginazione come fecero i farisei, ma sarebbe opportuno che ci comportassimo come Pietro, Giacobbe e Giovanni, che furono capaci di ricercare e di indagare con umiltà l’opera e le parole del Signore e di seguirLo. Questo è l’unico modo per testimoniare l’apparizione di Dio e il ritorno del Signore, ed è anche una dimostrazione di come si magnifica la Sua grandezza.
Fratelli e sorelle, credo che attraverso la condivisione di oggi ognuno di voi abbia acquisito una certa conoscenza su come magnificare la grandezza di Dio. Nella misura in cui metteremo in pratica questi tre principi, diventeremo di certo persone che esaltano la Sua magnificenza. Proprio come dicono le Sue parole: “Cominciare a mettere in pratica, da questo momento in poi, la via di temere Dio ed evitare il male; riuscire a onorare la grandezza di Dio in tutte le cose; non usare le tue fantasie personali, i tuoi punti di vista o le tue convinzioni per definire te stesso, per definire Dio. Se invece cercassi le intenzioni di Dio sotto tutti gli aspetti, se conseguissi una consapevolezza e una comprensione dell’atteggiamento di Dio verso l’umanità e usassi il criterio di Dio per soddisfarLo, questo sarebbe meraviglioso!”.
Tutta la gloria sia al Dio unico!
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