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Omelia della domenica prossima: la vera devozione spirituale

Sono andato in chiesa grazie a un mio amico. Ricordo chiaramente che, dopo la predica, il pastore era sceso dal pulpito e che gli avevo fatto molte domande. Lui aveva risposto a tutto. Sentivo di aver imparato tanto e ho detto subito di voler credere in Dio. Prima di andar via, il pastore mi aveva detto: “Un cristiano deve avere devozione spirituale”. Gli avevo chiesto: “Cosa è? Cosa devo fare?” Il pastore aveva risposto: “La devozione spirituale significa leggere le Scritture, pregare e cantare inni al Signore ogni giorno. Il Signore Gesù disse: ‘Iddio è spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in ispirito e verità’ (Giovanni 4:24). Quindi, se crediamo nel Signore, dobbiamo vivere secondo la Sua parola, solo in questo modo Lo faremo felice. Quando preghiamo, facciamolo per la nostra famiglia, per i nostri deboli fratelli e sorelle della chiesa, per i servi di Dio, per i capi di Stato. Se avrai devozione spirituale, sarai più forte, avrai una relazione appropriata con il Signore e Dio sarà felice”. Dopo aver ascoltato le parole del pastore, ho capito l’importanza della devozione spirituale. Dunque, ho cominciato a praticare seguendo i suoi insegnamenti: ogni mattino mi svegliavo alle 5, prima leggevo due capitoli delle Sacre Scritture e cantavo inni, poi pregavo in base alle parole del pastore. L’ho fatto a prescindere da tutto.

Dato che ero molto entusiasta e lavoravo attivamente per il Signore, non molto tempo dopo sono diventato un collaboratore. Quando predicavo, spesso incoraggiavo i credenti a praticare la devozione spirituale come io stesso avevo fatto e dicevo loro che ero diventato un collaboratore grazie a questa ultima e che ciò rallegrava Dio. In questo modo, spesso glorificavo la mia devozione spirituale con i fratelli e le sorelle e questi mi lodavano.

Un giorno sono andato a casa di una sorella a studiare la Bibbia, quando abbiamo iniziato a parlare di cosa fosse la devozione spirituale, lei ha preso un libro e ne ha letto un passo: “Una vita spirituale normale non si limita alla preghiera, ai canti, alla vita di chiesa, a nutrirsi e dissetarsi delle parole di Dio e ad altre pratiche simili, ma significa condurre un’esistenza spirituale fresca e piena di vita. Non è questione di metodo, ma di risultato. La maggioranza delle persone crede che per avere una vita spirituale normale si debba pregare, cantare, nutrirsi e dissetarsi delle parole di Dio, o tentare di capire queste stesse parole. Non importa se conseguono dei risultati o una vera comprensione: costoro si concentrano solo sul fare le cose in maniera meccanica, esteriore, anziché sul risultato – sono individui che vivono dei rituali della religione e non all’interno della chiesa, e ancor meno appartengono al regno. Le loro preghiere, i loro canti, il loro nutrirsi e dissetarsi delle parole di Dio rispettano tutti le regole, essi sono obbligati a compierli e lo fanno stando al passo con le tendenze, non spontaneamente o con il cuore. Non importa quanto preghino o cantino: non vi sarà alcun risultato, poiché tutto quello che essi praticano sono regole e riti religiosi e non la parola di Dio. Concentrandosi solo sul metodo, e prendendo le parole di Dio come regole da osservare, questo genere di persona non pratica la Sua parola ma soddisfa la carne e compie azioni da esibire agli altri. Questo tipo di rito e di regola religiosi deriva dall’uomo, non da Dio. Dio non osserva le norme, non rispetta alcuna legge; Egli compie nuove cose ogni giorno e realizza un’opera concreta. Come le persone nella Chiesa delle Tre Autonomie che si limitano alla veglia mattutina quotidiana, alle preghiere serali, al rendere grazie prima dei pasti, all’esprimere gratitudine in ogni cosa e ad altre pratiche simili, non importa quanto facciano o pratichino, costoro non godranno dell’opera dello Spirito Santo. Se le persone vivono osservando le regole, con il cuore dedito alla pratica, lo Spirito Santo non ha modo di operare poiché i loro cuori sono occupati dalle norme, dalle concezioni umane, e pertanto Dio non può agire; costoro vivranno unicamente sotto il controllo della legge e non potranno mai ricevere la lode di Dio”. Questo passo che aveva letto mi aveva colpito molto. Nonostante avessi frequentato la facoltà di teologia, letto molti libri sulla spiritualità di varie epoche e di ogni dove, ascoltato tante registrazioni di prediche di pastori famosi, niente era paragonabile. In seguito, la sorella mi ha parlato a lungo e, attraverso quel passo e le sue parole, ho capito che la vera vita spirituale non è giudicare le pratiche esterne o la bellezza delle cerimonie, ma guardare i risultati e quali benefici e aiuti ci può dare. Per esempio: cantare inni non serve a seguire un processo, ma per avere un cuore tranquillo davanti a Dio, per offrirGlielo e ottenere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo. Pregare non significa ripetere quelle obsolete parole anno dopo anno e giorno dopo giorno, ma usare le parole del cuore, parlare apertamente con Dio delle proprie difficoltà reali, cercare le intenzioni di Dio, capire le Sue richieste, usare le Sue parole per risolvere i propri problemi. Quando ascoltiamo la parola di Dio non lo facciamo per capire la teoria, ma per conoscere meglio Dio e il Suo lavoro.

Quando pensavo alla mia devozione spirituale, non mi sono mai concentrato sui risultati, ma solo sulle pratiche esterne. Quando cantavo inni, lo facevo senza scopo. Quando pregavo, ripetevo solo le mie solite preghiere ancora e ancora. Quando leggevo le Scritture, capivo solo le parole, ma non le intenzioni di Dio o come conoscerLo. In confronto a quel passo, la mia devozione spirituale obbediva solo alle regole e osservava soltanto i riti religiosi, in pratica non era vera. In molti anni, non solo non avevo ottenuto nulla, ma avevo ingannato i miei fratelli e sorelle. Ho continuato a meditare su queste parole che hanno rivelato sia l’errore della mia vita spirituale, sia le radici del problema e mi hanno indicato la strada da seguire. Dunque, ho preso in prestito questo libro dalla sorella.

Una volta tornato a casa, ho letto altri passi e uno diceva: “Le persone credono in Dio, Lo amano e Lo appagano toccandoNe lo Spirito con il loro cuore, e perciò ottengono la Sua soddisfazione; quando intavolano un dialogo con le parole di Dio nel loro cuore, sono pertanto mosse dal Suo Spirito. Se desideri ottenere una corretta vita spirituale e stabilire un buon rapporto con Dio, in primo luogo devi consegnarGli il tuo cuore e placarlo dinanzi a Lui. Solo dopo aver riversato il tuo cuore interamente in Dio potrai sviluppare a poco a poco una corretta vita spirituale. Se le persone non consegnano a Dio il loro cuore credendo in Lui, se il loro cuore non è in Lui, se non considerano cosa loro il Suo fardello, allora non fanno altro che ingannare Dio e si comportano del tutto come persone religiose. Ciò non può essere lodato da Dio. Dio non può ottenere alcunché da questo tipo di persone, le quali non fanno altro che mettere in rilievo l’opera di Dio, come un arredo nella Sua casa, che ingombra e non serve a nulla. Dio non usa questo tipo di individui. Chi è così non solo non rappresenta in alcun modo un’opportunità per l’opera dello Spirito Santo, ma addirittura non ha alcun valore di perfezione: è un vero e proprio “morto che cammina”. Costoro non hanno alcun elemento che possa essere usato dallo Spirito Santo: Satana si è impossessato di tutti costoro e li ha corrotti all’estremo, ed essi sono oggetto dell’eliminazione di Dio. Oggi lo Spirito Santo utilizza le persone non solo mettendo in gioco le loro virtù, ma altresì perfezionando e modificando le loro carenze. Se il tuo cuore può essere riversato in Dio e tacere al Suo cospetto, avrai l’occasione e le qualifiche per essere usato dallo Spirito Santo, per ricevere la Sua intuizione e illuminazione, e anzi avrai modo che lo Spirito Santo colmi le tue lacune. Quando doni il tuo cuore a Dio, puoi penetrare più in profondità nell’aspetto positivo e trovarti su un piano più elevato di comprensione; quanto all’aspetto negativo, comprenderai maggiormente le tue colpe e i tuoi difetti, sarai più desideroso di cercare di soddisfare la volontà di Dio, e non sarai passivo, ed entrerai attivamente. Ciò significherà che sei una persona corretta”. Riflettendo su queste parole ho capito che se vogliamo una corretta vita spirituale per prima cosa dobbiamo avere il cuore in pace davanti a Dio, leggere e recitare la Sua parola con cuore sincero. Solo in questo modo si potranno avere una relazione appropriata con Dio e l’illuminazione dello Spirito Santo e capire le nostre mancanze nella vita reale. Poi, dobbiamo cercare il modo per praticare, portare la parola di Dio nella nostra vita per risolverne i problemi pratici. Solo raggiungendo una vita spirituale del genere si avrà una vera devozione spirituale. Queste parole spiegano in modo chiaro cosa sia la vera devozione spirituale e come ottenerla.

Dal libro ho anche imparato cosa sia la vera vita spirituale, come stabilire una corretta relazione con Dio, cosa sia la vera vita religiosa, ecc. Più leggevo e più mi si illuminava il cuore. Inoltre, improvvisamente mi sono diventati chiari dei passi delle Scritture che in passato avevo letto ma non avevo capito. Ho dunque pensato alle parole di Gesù: “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire(Giovanni 16:12-13). Solo Dio è la verità, la via e la vita. Solo Lui può rivelare tutte le cose nascoste. Questo libro lo rende chiaro, è mai possibile che … Pensando a ciò, non potevo aspettare un minuto, dovevo andare dalla sorella per capire. Dopo aver pregato il Signore, ho immediatamente preso il libro e mi sono diretto verso la casa della sorella …