Tuttora, quando ripenso all’epidemia del virus mani-piedi-bocca (MMPB) del 2012, il mio cuore trema di paura. Questa epidemia improvvisa ha provocato un tasso di mortalità particolarmente alto tra i bambini che ne erano affetti. Mio figlio era uno di loro. Tuttavia, attraverso la fede in Dio, mio figlio è stato protetto dal Signore e io ho potuto essere testimone della Sua onnipotenza e le Sue opere miracolose. Proprio come dicono le parole di Dio: “Qualunque siano le tue origini e qualunque sia il viaggio che ti attende, nessuno può sfuggire all’orchestrazione e alla pianificazione che il Cielo ha in serbo per lui e nessuno possiede il controllo del proprio destino, dal momento che solo Dio, che governa tutte le cose, è in grado di svolgere tale opera”.
Il 26 aprile 2012, a mio figlio venne la febbre. Non scese nemmeno dopo due giorni alla clinica del villaggio, dove gli diedero i farmaci e gli fecero delle iniezioni. Al contrario, si aggravò. Iniziò anche a vomitare. Mi spaventai e chiesi al dottore di informarmi sulle condizioni di mio figlio. Il dottore mi disse: “La MMPB è una malattia virale e quest’anno è particolarmente severa. Le attrezzature mediche del villaggio non sono sufficienti. Per il bene di Suo figlio, Le consiglio di portarlo in un ospedale più grande”. A queste parole, io e la mia famiglia decidemmo di portare subito mio figlio al Municipal People’s Hospital. Dopo un primo controllo, il dottore confermò che mio figlio era affetto da MMPB e notò che sui palmi delle mani e le piante dei piedi c’erano dei puntini rossi. Mi chiese: “Quanti anni ha Suo figlio?” Al che io risposi: “14 mesi”. Mi disse: “Suo figlio è molto malato e deve essere trasferito in terapia intensiva”. La notizia mi spaventò e piansi.
Mio figlio fu trasferito in terapia intensiva e attaccato al respiratore; le sue condizioni erano critiche. I singhiozzi mi soffocavano mentre dicevo a mio marito: “Le condizioni di nostro figlio sono gravissime. Cosa faremo se muore?” Mio marito cercò di consolarmi, dicendo: “Non temere, sono sicuro che il dottore sa cosa fare”. Ero così addolorata e rassegnata che corsi sul tetto e scoppiai a piangere. Pensai: “Chi può salvare mio figlio?” All’improvviso capii: io credo in Dio e Dio è la fonte della vita degli uomini! Mi inginocchiai subito e pregai: “Dio, Tu sei onnipotente. Tutto è nelle Tue mani, anche la vita degli uomini. Non posso fare altro che affidarTi mio figlio e sperare che Tu possa prendertene cura. Che viva o che muoia, è tutto nelle Tue mani. Anche il dottore ha detto che le condizioni di mio figlio sono gravi ed è in pericolo di vita. Credo fermamente che solo Tu possa avere il controllo della vita degli uomini. Dio, sono disposta ad affidarmi a te: sostieni il mio cuore e guidami!” Dopo la preghiera, tristezza e paura si placarono e il mio animo fu molto più tranquillo. Pensai alle parole di Dio: “Sin dal giorno in cui l’uomo venne creato, Dio ha svolto un’opera costante di gestione dell’universo e di direzione del cambiamento e del movimento di tutte le cose. Come tutte le cose, l’uomo riceve silenziosamente e inconsapevolmente il dolce nutrimento quale pioggia e rugiada proveniente da Dio. Come tutte le cose, l’uomo vive inconsapevolmente nell’orchestrazione condotta dalla mano di Dio. Il cuore e lo spirito dell’uomo sono governati dalla mano di Dio e tutta la vita dell’uomo è sorvegliata dal Suo vigile sguardo. Che tu ci creda o meno, tutte le cose, senza eccezione alcuna, vive o morte, si muovono, mutano, si rinnovano e scompaiono secondo il pensiero di Dio. Questo è il modo in cui Dio governa su tutte le cose”. Le parole di Dio mi illuminarono e rafforzarono la mia fede. Credevo fermamente che tutte le cose al mondo esistono grazie all’orchestrazione di Dio e si muovono secondo il pensiero di Dio. Anche il destino degli uomini è nelle mani di Dio. Qualunque cosa dica o faccia un dottore, non può decidere il destino di un uomo. Solo Dio può salvarlo.
Mio marito portò mio figlio a fare gli esami del sangue mentre io li aspettavo fuori dal reparto di terapia intensiva. Poco dopo, un bambino di 8 anni steso su un lettino fu spinto fuori dalla porta del reparto. Era rimasto in ospedale per una settimana e aveva subito una trasfusione completa. Eppure, non era servito a salvargli la vita. La madre del bambino pianse e svenne quando vide che lo spingevano verso l’obitorio. Calde lacrime iniziarono a scendere anche dai miei occhi e non riuscivo a fermarle. Non riuscivo a reggermi sulle gambe, perciò mi appoggiai al muro e mi lasciai scivolare fino a sedermi per terra. Ero di nuovo spaventata, e pensai: “Il prossimo ad essere spinto su un lettino potrebbe essere mio figlio”. Continuai a pregare Dio e non osai distogliere la mente nemmeno per un secondo.
Il mattino dopo, il dottore chiamò me e mio marito e ci disse di andare subito in terapia intensiva. Chiese a uno di noi di indossare gli abiti sterili e andare a trovare nostro figlio. Dissi subito che sarei andata io, ma il dottore disse: “È meglio che lei rimanga qui e lasci andare il padre. Ho paura che possa piangere e svenire”. A quelle parole feci un passo indietro, e l’infermiera fu subito pronta a sostenermi. Pensai: “Quindi mio figlio sta davvero morendo? Davvero non può essere salvato?” Dissi subito al dottore: “Dottore, La prego, salvi mio figlio!” Ero molto preoccupata e stavano per cedermi le gambe. In quel momento, Dio mi illuminò di nuovo e capii: il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. All’improvviso mi risvegliai: Certo! Perché ho pregato questa gente? Gli umani possono salvare gli umani? No! Se non possiamo nemmeno controllare il nostro stesso destino, come possiamo controllare quello degli altri? I dottori possono solo somministrare trattamenti medici, ma non possono salvare la vita degli uomini! Dopo aver compreso le intenzioni di Dio riacquistai sicurezza. Corsi di nuovo sul tetto e Lo pregai con sincerità: “Dio! Il destino degli uomini è nelle Tue mani. Nessun altro può decidere il destino di mio figlio. Vorrei affidarTi di nuovo mio figlio. Possa Tu avere pietà di lui e proteggerlo”. Dopo aver pregato tornai giù e mio marito, tra le lacrime, mi urlò: “Il dottore ha detto che nostro figlio era troppo piccolo e che l’abbiamo portato in ospedale troppo tardi. Ha troppa saliva in gola: se non riescono a togliergliela morirà, perché non può respirare. Ora ha la febbre e continua a peggiorare”. Scoppiò a piangere e anche io non potei trattenermi, ma non ero tanto rassegnata quanto mio marito, perché ero sicura che Dio aveva in serbo i piani migliori per mio figlio.
Il terzo giorno. Il dottore ci disse: “La febbre è scesa, ma non è ancora fuori pericolo”. Mio marito disse: “Dottore, La prego, dia a mio figlio le cure migliori!” Il dottore rispose: “Farò del mio meglio”. Ma in cuor mio sapevo che non era il dottore, bensì Dio a proteggere mio figlio. Anche se la febbre si era abbassata, non avevo osato allontanarmi da Dio. Il quarto giorno, un altro ragazzino uscì dal reparto senza vita. I suoi nonni non riuscivano ad accettarlo e svennero. Eppure, vedendo questa scena, non mi sentivo spaventata come il primo giorno, perché sentivo la presenza di Dio ed Egli manteneva forte la mia fede.
Una settimana dopo, il dottore chiamò me e mio marito e ci disse: “Vostro figlio è fuori pericolo, ma siate preparati perché anche se abbiamo curato la malattia, il suo cervello potrebbe aver subito dei danni e potrebbe essere handicappato”. Gli occhi di mio marito erano iniettati di sangue quando disse: “Un figlio ritardato è meglio che non averne affatto. Rimane comunque mio figlio, anche se è ritardato”. Io aggiunsi, con tristezza: “Ma come vivremo se nostro figlio rimane ritardato?” La risposta di mio marito mi riscaldò il cuore: “Finché è in vita c’è speranza; se muore sarà finita”. Già! Dio, mi aveva parlato attraverso le parole di mio marito. Dal momento che Dio aveva salvato la vita di mio figlio, avevo forse ragione di preoccuparmi del suo futuro? Che sia ritardato o no, non è forse nelle mani di Dio? Mentre pensavo ciò pregavo Dio: “Signore, sono stata testimone della Tua onnipotenza e delle Tue azioni miracolose, quindi ho fede in Te, sia che mio figlio resti ritardato o meno. Qualunque cosa decidi per lui, sarà la più giusta …”
Dopo venti giorni in terapia intensiva, mio figlio fu trasferito al reparto generale per restare in osservazione. Una settimana dopo, il dottore ci disse: “Oggi sottoporremo vostro figlio a un elettroencefalogramma. Se non ci sono problemi gravi, lo dimetteremo”. Queste parole mi emozionarono. Nel pomeriggio fecero l’ECG a mio figlio. Quando portammo il referto al dottore, ci disse: “Siete sicuri che siano le immagini giuste?” Risposi: “Certo, c’è scritto il nome di mio figlio. Qualcosa non va?” Il dottore era sorpreso: “Le immagini mostrano che vostro figlio è come qualsiasi altro bambino normale; sembra quasi che non abbia mai avuto la MMPB. Ho molti anni di esperienza ma non avevo mai visto un bambino con intelligenza normale dopo aver sofferto di una malattia grave come la MMPB. È un miracolo!” A queste parole mi emozionai e pensai: “Dio, vedo la Tua potenza. Il destino degli uomini è nelle Tue mani”. Allora il dottore disse: “Potrete portarlo a casa domani”. Emozionata, risposi: “Certo!” A quel tempo, Pensai alle parole di Dio: “In qualsiasi caso, desidero solo si comprenda che, senza la cura, la protezione e la provvidenza di Dio, l’uomo, per quanto si sforzi o si dia da fare, non può ricevere ciò che gli è stato destinato. Senza il sostentamento vitale proveniente da Dio, l’uomo perde il senso del valore del vivere e perde il senso dello scopo della vita. Come potrebbe Dio permettere a un uomo che spreca il valore della Sua vita di essere così spensierato? Pertanto ti esorto di nuovo a non dimenticare che Dio è la fonte della tua vita. Se l’uomo non riesce ad apprezzare tutto ciò che Dio gli ha donato, non solo Egli si riprenderà tutto ciò che ha dato, ma ancor più di quello, e l’uomo dovrà pagare due volte tanto per risarcire tutto quello che Dio ha speso”.
La malattia di mio figlio mi ha fatto comprendere che il destino degli uomini è nelle mani di Dio. Durante l’epidemia di MMPB molte famiglie si sono affidate ai medici e li hanno implorati di aiutarli. Purtroppo non ha funzionato e non hanno potuto fare altro che guardare i loro bambini che venivano portati all’obitorio. I fatti hanno mostrato che nemmeno le migliori conoscenze mediche possono salvare gli uomini. Come umani, dovremmo rivolgerci a Dio e adorare l’unico e vero Dio. Solo in questo modo potremo ottenere la Sua protezione e assicurarci un destino felice.
Traduzione di Elisa Stucchi