28 |10 Novembre 2020
All’inizio, condurre l’uomo durante l’Età della Legge dell’Antico Testamento fu come guidare la vita di un bambino. La prima umanità era appena nata da Jahvè: erano gli Israeliti. Essi non avevano alcuna cognizione di come temere Dio o di come vivere sulla terra. Vale a dire che Jahvè creò l’uomo, cioè, creò Adamo ed Eva, ma non diede loro le facoltà per capire come temere Jahvè o seguire le Sue leggi sulla terra. Senza la guida diretta di Jahvè, nessuno poteva comprenderlo direttamente, poiché all’inizio l’uomo non possedeva tale facoltà. L’uomo sapeva soltanto che Jahvè era Dio, ma quanto al modo in cui temerLo, al tipo di condotta che ne fosse espressione, al tipo di animo con cui si dovesse farlo e a cosa offrirGli in segno di profondo rispetto, l’uomo non ne aveva assolutamente idea. L’uomo sapeva solo come godere di ciò che poteva essere goduto tra tutte le cose create da Jahvè, ma non aveva la più vaga idea riguardo a quale tipo di vita sulla terra fosse degno di una creatura di Dio. Senza qualcuno a istruirla, senza qualcuno che la guidasse personalmente, un’umanità simile non avrebbe mai condotto una vita che le si addiceva propriamente, ma sarebbe solo stata tenuta segretamente prigioniera da Satana. Jahvè creò il genere umano, vale a dire che creò gli antenati del genere umano, Adamo ed Eva, ma non concesse loro alcuna intelligenza o saggezza ulteriori. Sebbene vivessero già sulla terra, non avevano capito quasi nulla. E così, l’opera di Jahvè nella creazione del genere umano era soltanto a metà, lungi dall’essere completa. Egli aveva soltanto plasmato un archetipo d’uomo con l’argilla, al quale diede il Suo respiro, ma senza concedergli una volontà sufficiente a temerLo. Inizialmente, l’uomo non era dell’idea di temerLo o di paventarLo. L’uomo sapeva soltanto ascoltare le Sue parole, ma ignorava la conoscenza basilare per vivere sulla terra e le adeguate regole di vita umana. E dunque, sebbene Jahvè avesse creato l’uomo e la donna e avesse terminato il progetto di sette giorni, Egli non completò affatto la creazione dell’uomo, perché questi non era che un involucro, privo della realtà di essere umano. L’uomo sapeva solo che era Jahvè ad averlo plasmato, ma non aveva la minima idea di come rispettare le parole o le leggi di Jahvè. E così, dopo che il genere umano ebbe origine, l’opera di Jahvè era tutt’altro che conclusa. Egli doveva ancora guidare pienamente gli uomini a venire dinanzi a Lui, affinché fossero in grado di convivere sulla terra e di temerLo, nonché di intraprendere, con la Sua guida, il giusto cammino di una normale vita umana sulla terra. Soltanto in questo modo l’opera che era stata eseguita soprattutto sotto il nome di Jahvè fu pienamente completata; vale a dire che soltanto in questo modo l’opera della creazione del mondo da parte di Jahvè fu pienamente conclusa. E così, avendo creato l’uomo, dovette guidare la sua vita sulla terra per diverse migliaia di anni, cosicché l’umanità fosse in grado di osservare i Suoi decreti e le Sue leggi, e di prendere parte a tutte le attività di una normale vita umana sulla terra. Solo allora l’opera di Jahvè fu pienamente completa.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La visione dell’opera di Dio (3)”