Liberarsi dall'indole peccaminosa è l'ingresso del Regno di Dio
Quando avevo dodici anni, iniziai ad avere fede nel Signore Gesù e divenni cristiana. Dal momento in cui cominciai a credere, presi a partecipare attivamente e con costanza al culto della domenica e ai gruppi di studio della Bibbia. Durante gli incontri di studio della Bibbia, discutevamo spesso su II Timoteo 4:7-8: “Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia […]”. Eravamo dell’opinione che, come cristiani, avremmo dovuto imitare Paolo e sforzarci di andare in giro e di compiere opere, perché se così avessimo fatto, il Signore ci avrebbe assegnato la corona di giustizia. Anche il nostro pastore ci incoraggiava spesso in tal senso, sostenendo che nel Regno dei Cieli si entra grazie all’impegno e, purché ci sforziamo di perseguire e di compiere diligentemente l’opera del Signore, quando Egli ritornerà, ci rapirà al Regno dei Cieli. Questi insegnamenti diventarono la pietra angolare della mia fede in Dio e io giurai a me stessa che avrei fatto tutto il possibile per partecipare al lavoro di servizio nella Chiesa, in modo da poter accumulare abbastanza “valore” per compiacere Dio, così che quando Egli sarebbe giunto, io avrei potuto essere rapita nel Regno dei Cieli.
All’università il mio pastore diceva che bisognava promuovere più talenti nella Chiesa, in modo che essa potesse espandersi ovunque. Quando mi accorsi che la Chiesa aveva bisogno di gente che partecipasse e servisse, pensai: “Se posso operare con determinazione per il Signore, lavorare sodo e impegnarmi, indubbiamente Dio mi benedirà e io potrò accumulare per me stessa premi in paradiso”. Anche se in quel periodo ero molto impegnata con le mie attività universitarie, ogni settimana trascorrevo tutto il tempo che non passavo a lezione prestando servizi, conducendo studi, visitando e sostenendo i miei fratelli e le mie sorelle, oltre a pianificare attività ecclesiali, prendere parte alla formazione religiosa, e così via. Ovunque la Chiesa avesse bisogno del mio servizio, ero sicura che mi avrebbe trovata. Anche se ero così occupata che a malapena riuscivo a trovare il tempo per respirare, tra il servizio in Chiesa e le mie lezioni, quando pensavo a come la mia fatica e le mie opere sarebbero state scambiate per un buon futuro e per le benedizioni del Signore, sentivo che tutti i miei sacrifici ne valevano la pena.
Ma, gradualmente, cominciai a rendermi conto che i capi della Chiesa litigavano spesso sulle offerte, che per motivi di interesse erano divisi in fazioni e che coloro che operavano nella Chiesa si accapigliavano tra loro per la propria posizione. Anch’io spesso vivevo nel peccato e, mentre provavo un grande entusiasmo verso i fratelli e le sorelle che si prendevano cura di me e mi davano una mano, quando fratelli e sorelle con cui non avevo familiarità avevano bisogno di me perché mi occupassi di loro e li assistessi, non desideravo venire amorevolmente in loro aiuto. Dissi anche, e feci, deliberatamente cose per diventare il capo di un gruppo di studio, lottando pertanto per la mia reputazione e il mio interesse contro i miei collaboratori. Tutte queste situazioni mi disorientavano molto. I capi e gli operatori della Chiesa, inclusa la sottoscritta, potevano lavorare sodo senza lamentarsi, e impegnarsi e sacrificarsi molto nel servizio al Signore. Perché mai, anche se il Signore Gesù ci aveva insegnato a essere tolleranti, pazienti e ad amare gli altri come noi amiamo noi stessi, non potevamo mettere in atto tali principi?
Per caso, una delle mie sorelle dell’università invitò me e un altro fratello a partecipare a un gruppo di studio biblico online. A un incontro, esaminammo questi versetti delle Scritture: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:21–23). Il fratello commentò: “Le persone menzionate nella Scrittura, che profetizzano e operano nel nome del Signore, secondo le concezioni comuni, sono coloro che si impegnano e si sacrificano di più per Lui. Costoro dovrebbero essere il popolo che il Signore approva maggiormente e nel Regno dei Cieli è loro assicurato un posto. Ma perché il Signore dice che non li approva e li condanna, invece, per i loro peccati?”.
Dopo aver letto questi versetti e sentito la domanda del fratello, pensai che ne avevamo parlato nel nostro gruppo di studio sulla Bibbia un anno prima. Allora, un fratello aveva posto la medesima domanda. Perché il Signore Gesù sostiene che coloro che hanno lavorato sodo e operato, non possono entrare nel Regno dei Cieli? E perché ciò sembra porsi in conflitto con la nostra convinzione che siamo chiamati giusti perché crediamo, e che possiamo entrare nel Regno dei Cieli con il nostro lavoro e la nostra opera? Anche se avevamo discusso su queste domande, non avevamo allora trovato alcuna soluzione a tali misteri. In seguito, avevo cercato le risposte con un amico della Chiesa che conosceva molto bene la Bibbia, il signor Huang, ma anche lui non era stato capace di spiegarne le ragioni e aveva sostenuto che il duro lavoro e l’opera svolti diligentemente ci permettono di entrare nel Regno dei Cieli. Oggi questo fratello sollevava la medesima domanda che aveva suscitato allora la mia curiosità. Desideravo sentire come egli avrebbe condiviso su questo tema.
Disse: “Molte persone leggono che Paolo asserì: ‘Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia […]’ (II Timoteo 4:7-8), e fanno di quest’affermazione il proprio motto. Perseguono duro lavoro, opera, sofferenza e impegno, e credono che se persisteranno nel compiere tali azioni, saranno rapiti dal Signore nel Regno dei Cieli. Ma ciò è davvero in accordo con la volontà di Dio? Il Signore Gesù disse forse che il duro lavoro e l’opera da soli sono sufficienti per entrare nel Regno dei Cieli ed essere ricompensati? Dio controlla chi entra nel Regno dei Cieli, per cui dovremmo basare la nostra comprensione su che tipo di persone possono accedervi sulle parole del Signore, non sulle nostre concezioni e immaginazioni. Il Signore Gesù disse: ‘Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli’ (Matteo 7:21). ‘Ama dunque il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua e con tutta la forza tua’ (Marco 12:30). Il Signore dice molto chiaramente che solo coloro che fanno la volontà del Padre possono entrare nel Regno dei Cieli, che le persone che vi entrano sono coloro che fanno la volontà di Dio, Lo amano con tutto il loro cuore, anima e mente, e coloro che Gli obbediscono. Egli non asserisce che entreranno nel Regno dei Cieli coloro che lavorano sodo e prestano la propria opera. I capi dei sacerdoti, gli scribi e i farisei dell’Età della Legge servirono a piedi nudi nel tempio e si recarono persino negli angoli più remoti della terra per predicare il Vangelo. All’apparenza, sembrava che costoro si impegnassero, rinunciassero alla propria carne e sopportassero sofferenza e ostacoli per Dio, ma quando il Signore Gesù giunse a compiere la Sua opera, al fine di salvaguardare le proprie posizioni e i propri proventi, essi inventarono ogni sorta di dicerie, resistettero affannosamente al Signore Gesù e Lo condannarono, e impedirono ai comuni credenti del giudaismo di rivolgersi a Lui. Costoro credevano in Dio, ma non conoscevano Dio, e furono persino capaci di resisterGli e di condannarLo. Indipendentemente da quanto costoro si diedero da fare, Dio non avrebbe mai permesso a tali persone di entrare nel Suo Regno.
Ricordo come, nella nostra Chiesa, anche se in molti erano capaci di abbandonare tutto per operare per il Signore, anche se erano in grado di farlo incuranti del vento o della pioggia, e se potevano persino sacrificare le proprie vite per servire il Signore, era innegabile che spesso noi, come loro, non riuscivamo ad attenerci ai Suoi insegnamenti. Il lavoro e l’impegno che profondevamo spesso recavano in sé le nostre ambizioni e i nostri desideri, e non erano affatto compiuti meramente per amore del Signore o per compiacerLo. A volte, nel loro servizio a Dio, vi sono state persone che Lo hanno derubato delle offerte assegnate dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle, tenendole per sé stessi, al fine di integrare le loro vite materiali. Altri hanno lavorato sodo e operato per scambiare le proprie azioni con ricompense da parte del Signore, e non per riguardo verso Dio o per ripagare il Suo amore. Alcuni hanno spesso esaltato e testimoniato sé stessi nel loro lavoro e nella loro predicazione, invece di esaltare e testimoniare il Signore, per cui i credenti adoravano e guardavano con ammirazione loro, e nei propri cuori non avevano posto per Dio, ma per costoro. Alcune persone si sono impegnate con ardore per conquistare posizioni di comando o ottenere prestigio tra i credenti. Altri, anche se hanno lavorato sodo e prestato la propria opera, hanno anche lottato per ottenere notorietà e ricchezza, hanno ostracizzato coloro che avevano opinioni diverse dalle loro, hanno formato fazioni e cricche, e hanno cercato di costituire i propri regni. … Persone di questo genere potrebbero mai fare la volontà di Dio? Amano costoro veramente e compiacciono il Signore? Persone di tal fatta non potrebbero mai fare la volontà di Dio, e ancor meno riuscirebbero a entrare nel Suo Regno. Abbiamo sempre pensato che duro lavoro e opere ci avrebbero permesso di entrare nel Regno dei Cieli, ma questa convinzione era interamente basata sulle nostre concezioni e immaginazioni”.
Dopo aver ascoltato la condivisione del fratello, diverse scene mi balenarono nella mente: i capi e gli operatori della Chiesa in lotta per la propria reputazione e i propri interessi, la mia riluttanza ad aiutare i fratelli e le sorelle bisognosi che non conoscevo, le cose che avevo detto, che avevo compiuto, e il fatto che mi ero messa in mostra per diventare un capo del gruppo di studio e come mi ero battuta con i miei colleghi per la mia reputazione e i miei interessi… Eravamo persone che vivevano veramente nel peccato e non uomini e donne che facevano la volontà di Dio!
Il giorno dopo, non potevo smettere di riflettere sulla condivisione del fratello. Mi giravo e rigiravo le sue parole nella mente, pensando che la sua condivisione era davvero conforme alle parole del Signore. Mentre lavoravamo sodo, operavamo e ci impegnavamo, combattevamo anche per la nostra reputazione, i nostri interessi e la nostra posizione, litigavamo tra di noi per ottenere benefici, mentivamo e ci ingannavamo a vicenda, e spesso peccavamo e resistevamo al Signore. Le nostre azioni non stavano affatto facendo la volontà del Padre. Il Signore disse che solo coloro che fanno la volontà del Padre possono entrare nel Regno dei Cieli. In che modo le persone che si sono sacrificate e impegnate, come noi avevamo fatto, possono entrare nel Regno di Dio? Ma, d’altra parte, anche se molte delle intenzioni dietro al nostro lavoro e al nostro impegno erano sbagliate, e potevamo ancora peccare e resistere a Dio, il nostro pastore asseriva spesso che il Signore aveva perdonato i nostri peccati e che, quando Egli fosse giunto, saremmo stati rapiti direttamente nel Regno dei Cieli. Che cosa stava accadendo qui? Ero molto confusa. Attendevo con ansia il prossimo incontro, quando avrei potuto discutere a fondo di queste domande con il fratello.
La volta successiva in cui mi collegai per condividere, chiesi a questo mio fratello: “È vero che nutriamo molte intenzioni errate mentre lavoriamo sodo, operiamo e ci impegniamo con entusiasmo, che spesso pecchiamo e resistiamo a Dio, e che non stiamo facendo la volontà del Padre. Il Signore Gesù disse che solo coloro che fanno la volontà del Padre possono entrare nel Regno dei Cieli, così, sulla base di questo ragionamento, siamo ancora indegni di accedervi. Ma questa questione mi confonde ulteriormente, perché il nostro pastore sostiene spesso che il Signore Gesù ha già perdonato tutte le nostre colpe, che non siamo corrotti, che siamo chiamati giusti perché crediamo e che, quando il Signore giungerà, saremo direttamente rapiti in cielo. Perché egli afferma ciò? Mi piacerebbe sentire la tua condivisione su questo punto”.
Il fratello rispose: “Il Signore Gesù fu crocifisso per redimere i peccati dell’umanità e quando noi Lo preghiamo, quando confessiamo a Lui le nostre colpe e ci pentiamo, allora i nostri peccati ci vengono perdonati, ma il fatto che essi siano condonati significa forse che possiamo entrare nel Regno di Dio? Leggiamo questo passo delle parole di Dio: ‘Per te, che sei ancora dominato dal tuo vecchio io, è vero che sei stato salvato da Gesù e non sei considerato peccatore grazie alla salvezza di Dio, ma questo non dimostra che tu non sia peccaminoso e non sia impuro. Come puoi essere santo, se non sei stato trasformato? Dentro di te sei assediato dall’impurità, dall’egoismo e dalla cattiveria, eppure vuoi ancora discendere con Gesù e avere una simile fortuna! Hai saltato un passaggio della tua fede in Dio: sei stato solo redento, non sei stato trasformato. Perché tu sia secondo il cuore di Dio, l’opera di trasformazione e di purificazione deve essere compiuta personalmente da Lui; se sei solo redento, non sarai in grado di raggiungere la santità. Di conseguenza, non sarai qualificato per prendere parte alle sante benedizioni di Dio, perché hai saltato un passaggio nell’opera di Dio per la gestione dell’uomo, ossia il passaggio principale per la trasformazione e la perfezione. Pertanto tu, peccatore che è stato solo redento, non puoi ricevere direttamente l’eredità di Dio’”.
Egli proseguì la condivisione: “Dalle parole di Dio, apprendiamo che il fatto che il Signore Gesù ha perdonato i nostri peccati e che noi non siamo corrotti fa riferimento solo alla considerazione che non siamo stati condannati secondo la legge. Quando accettiamo la grazia salvifica del Signore Gesù, siamo legittimati a giungere al Suo cospetto, a volgere a Lui le nostre preghiere, a confessare i nostri peccati, a pentirci e a gioire delle benedizioni della grazia di Dio. Ma è innegabile che le nostre nature sataniche sono profondamente radicate in noi e che in noi esistono ancora indoli corrotte come l’arroganza, l’egoismo e l’inganno. Se non poniamo rimedio a queste nature sataniche e alle indoli corrotte che si oppongono a Dio, possiamo ancora involontariamente peccare e resisterGli, il che significa che non possiamo entrare nel Regno di Dio. È proprio come si dice nella Bibbia: ‘Poiché il salario del peccato è la morte’ (Romani 6:23). ‘Gesù rispose loro: In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. Or lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figliuolo vi dimora per sempre’ (Giovanni 8:34–35). ‘Siate santi, perché io son santo’ (I Pietro 1:16). Siamo ricolmi di sudiciume, possiamo ancora peccare e finché non saremo purificati, non potremo entrare nel Regno di Dio, il che è deciso dall’essenza santa di Dio e dalla Sua indole giusta. Pertanto, dobbiamo ulteriormente essere sottoposti al passo della salvezza di Dio, sfuggire alla nostra natura peccaminosa ed essere completamente purificati, prima di risultare legittimati a scorgere il volto di Dio. Questo è ciò che i seguenti versetti biblici significano: ‘Che dalla potenza di Dio, mediante la fede, siete custoditi per la salvazione che sta per esser rivelata negli ultimi tempi’ (I Pietro 1:5). ‘Poiché è giunto il tempo in cui il giudicio ha da cominciare dalla casa di Dio’ (I Pietro 4:17). Tale grazia salvifica è l’opera di giudizio di Dio negli ultimi giorni che inizia con la Sua casa. Quando accetteremo l’opera di giudizio di Dio negli ultimi giorni, conseguiremo un cambiamento nelle nostre indoli corrotte, non soffriremo più della schiavitù e dei vincoli del peccato, e diventeremo persone che obbediscono sinceramente a Dio, solo allora saremo legittimati a entrare nel Regno dei Cieli”.
Dopo aver ascoltato la condivisione di questo mio fratello, il mio cuore si sentì molto più colmo di luce. Gioiamo della redenzione del Signore Gesù, non siamo corrotti e possiamo lavorare e soffrire molto per il Signore, ma non siamo stati purificati e ancora non riusciamo ad attenerci ai Suoi insegnamenti. I capi e gli operatori della Chiesa possono comunque lottare per la propria posizione, e spesso peccare e offendere il Signore, il che significa che non hanno le caratteristiche per entrare nel Regno di Dio. In passato, avevo ritenuto che i nostri peccati fossero stati redenti e che ciò fosse sufficiente per entrare nel Regno dei Cieli, ma ora comprendevo che questa mia convinzione si basava interamente sulle mie concezioni e immaginazioni. Il Signore Gesù ci ha redenti e non ci considera più come peccatori, ma esistono ancora le nostre indoli corrotte, che fanno sì che continuiamo a peccare. Dobbiamo essere sottoposti all’opera di giudizio e di castigo di Dio negli ultimi giorni e porre completo rimedio alla causa principale del nostro peccato e pentirci, per entrare nel Regno dei Cieli e ottenere la vita eterna. Allora, chiesi senza indugio a mio fratello: “Come compie Dio l’opera di giudizio negli ultimi giorni?”
Il fratello lesse un passo delle parole di Dio: “Durante gli ultimi giorni, Cristo utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzare le sue parole e le sue azioni. Queste parole comprendono diverse verità, quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio comincia l’opera di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo solo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Tale metodo di rivelazione, di trattamento e di potatura non può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale modo di lavoro viene considerato giudizio; solamente attraverso tale giudizio l’uomo può essere assoggettato, pienamente convinto a sottomettersi a Dio e inoltre può ottenere la vera conoscenza di Dio. Ciò che l’opera di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. L’opera di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che non possono essere compresi dall’uomo. Inoltre, consente all’uomo di riconoscere e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza. Questi effetti si realizzano tutti tramite l’opera di giudizio, perché la sua sostanza è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è l’opera di giudizio svolta da Dio”.
Egli condivise: “Le parole di Dio Onnipotente spiegano molto chiaramente come Egli compie l’opera di giudizio negli ultimi giorni Per compiere tale opera Dio si serve delle Sue parole, Egli esprime l’intera verità che può purificare e salvare l’umanità, così come rivela la Sua indole giusta, che non tollera offesa, e ci comunica la verità dei fatti di come siamo stati corrotti da Satana, l’origine della nostra ribellione e resistenza a Lui, e quale genere di persone Egli salverà, e quale punirà ed eliminerà. Allo stesso tempo, Egli indica la via attraverso la quale possiamo raggiungere la salvezza e purificarci. Solo quando accettiamo le parole di giudizio e castigo di Dio, possiamo scorgere con chiarezza la verità dei fatti della nostra corruzione da parte di Satana. Ad esempio, sottoposti al controllo della nostra natura arrogante, quando individuiamo qualcuno le cui opinioni non corrispondono alle nostre, siamo capaci di attaccare tali pareri e di metterli al bando. Spesso, mentre svolgiamo la nostra opera nella Chiesa, ci mettiamo in mostra, perseguiamo l’obiettivo di essere superiori agli altri e di ottenere una posizione nel cuore altrui. Prendiamo sempre in considerazione i nostri interessi quando ci poniamo in relazione con le persone, e inganniamo e usiamo il prossimo per raggiungere i nostri obiettivi. Lavoriamo sodo, operiamo, soffriamo e ci impegniamo per scambiare queste nostre azioni con benedizioni nel Regno dei Cieli, nel tentativo di contrattare con Dio. Compiamo molte cose del genere. Quando davvero comprendiamo con chiarezza che ciò che andiamo facendo ha somiglianza solo con Satana, in noi si produce un vero pentimento e siamo più desiderosi di accettare il giudizio e il castigo di Dio, e di perseguire la verità. Gradualmente, attraverso questi atti, sfuggiamo ai vincoli e alla schiavitù delle nostre indoli corrotte e otteniamo la purificazione. Solo allora avremo le caratteristiche per entrare nel Regno di Dio”.
Dopo aver ascoltato la condivisione di questo mio fratello, finalmente compresi che non potevamo sfuggire alla schiavitù del peccato, perché non eravamo stati sottoposti al giudizio e al castigo di Dio degli ultimi giorni. Non avevamo alcuna comprensione della verità riguardante la nostra corruzione da parte di Satana o l’indole giusta di Dio che non tollera alcuna offesa, quindi potevamo ancora peccare involontariamente. Nessuna gran quantità di duro lavoro, di opera, di lettura della Bibbia o di preghiera può porre rimedio a questo problema, che richiede l’accettazione della punizione e del castigo di Dio negli ultimi giorni. Grazie alla lettura delle parole di giudizio e castigo espresse da Dio nei confronti della natura corrotta dell’umanità, quando capiamo davvero il fatto che siamo traviati da Satana e abbiamo una comprensione reale della nostra natura ed essenza, allora siamo capaci di detestare e tradire Satana, e di rivolgerci con sincerità a Dio e di obbedirGli. Quando facciamo ciò, siamo veramente sfuggiti alla schiavitù del peccato e siamo stati purificati. Sentivo che finalmente avevo una via da seguire per entrare nel Regno dei Cieli!
Dopo di allora, questo mio fratello mi inviò l’app della Chiesa di Dio Onnipotente. Terminato l’incontro, non vedevo l’ora di visitare il sito ufficiale della Chiesa. Quando lo feci, rimasi senza parole. Non avevo mai immaginato che Dio avesse già espresso tante nuove parole, parole che rivelano il mistero della Sua opera, parole che espongono la natura satanica e l’essenza dell’umanità corrotta, parole che esprimono l’indole di Dio e tutto ciò che Egli ha ed è, parole che manifestano gli aspetti della verità di cui l’umanità dovrebbe praticare l’ingresso. … Mentre leggevo le parole di Dio, mi sentivo veramente commossa. Guardai anche i film sul Vangelo e i video di performance di danza prodotti dalla Chiesa di Dio Onnipotente, e lessi ogni tipo di articoli di testimonianza. Sentivo di essere davvero al banchetto nuziale dell’Agnello e che il mio appetito spirituale era stato soddisfatto come mai prima d’ora.
In quello che sembra un battito d’occhi, credo in Dio Onnipotente da sei mesi e adempio ai doveri che posso svolgere nella Chiesa. Attraverso la mia esperienza, ho acquisito una piccola conoscenza dell’opera di Dio. Nelle rivelazioni delle parole di giudizio di Dio, sono giunta a comprendere i miei errati obiettivi e punti di vista, così come la mia corrotta indole satanica di arroganza e di egoismo, e ho appreso che essere una persona onesta è il modo di vivere a somiglianza di autentiche persone. Ogni volta che mi sento pessimista e debole, le parole di Dio mi nutrono e mi sostengono, e mi permettono di percepire la Sua misericordia e il Suo vero amore. Quando mi ribello o resisto a Lui, le Sue parole severe giungono a me e io distinguo la verità della mia stessa corruzione. Ho veramente sentito che l’opera di giudizio e di purificazione dell’umanità da parte di Dio negli ultimi giorni è l’unico modo per sfuggire completamente alla schiavitù del peccato e l’unica via attraverso la quale entrare nel Regno dei Cieli. Tutta la gloria è per Dio Onnipotente.
Condividere i più misteri della Bibbia, studi biblici insieme:
Meditazione sul vangelo di oggi: una discussione sulle Norme per l’ingresso nel Regno dei Cieli