530 |25 Ottobre 2020
Quando non comprende il destino,
quando non capisce la sovranità di Dio,
quando procede ostinatamente a tentoni,
vacillando e barcollando nella nebbia,
il viaggio è troppo difficile, troppo straziante.
Così, quando le persone riconoscono la sovranità di Dio sul destino umano,
quelle intelligenti scelgono di conoscerla e di accettarla,
di dire addio ai giorni dolorosi in cui
hanno cercato di costruirsi una vita proficua con le proprie mani,
anziché continuare a lottare contro il destino
e a perseguire i loro cosiddetti obiettivi di vita a modo loro.
Quando non si ha Dio, quando non si riesce a vederLo
né a riconoscerNe chiaramente la sovranità,
ogni giorno è insignificante, inutile, triste,
ogni giorno è insignificante, inutile, triste.
Ovunque una persona si trovi, qualunque lavoro faccia,
i suoi mezzi di sostentamento e il perseguimento dei suoi obiettivi
non le portano altro che un dolore interminabile e una sofferenza incurabile,
al punto che essa non sopporta di guardarsi indietro.
Soltanto quando si accetta la sovranità del Creatore,
quando ci si sottomette alle Sue orchestrazioni e disposizioni
e si cerca la vera vita umana,
ci si libera gradualmente da tutto il dolore e da tutta la sofferenza
e ci si scrolla di dosso tutta la vacuità della vita.
Soltanto quando si accetta la sovranità del Creatore,
quando ci si sottomette alle Sue orchestrazioni e disposizioni
e si cerca la vera vita umana,
ci si libera gradualmente da tutto il dolore e da tutta la sofferenza
e ci si scrolla di dosso tutta la vacuità della vita.
da "Seguire l'Agnello e cantare dei canti nuovi"