di Li Cheng
Credevo che la devozione spirituale consistesse nel leggere continuamente la Bibbia, dire le preghiere e cantare gli inni
Ricordo la prima volta che sono andato in chiesa, ho ascoltato il sermone del pastore e poi sono venuto a conoscenza della salvezza del Signore Gesù e ho espresso subito il desiderio di credere in Lui. Stavo per andarmene quando il pastore mi ha ricordato: “Per vivere da cristiano occorre praticare la devozione spirituale”. Gli ho chiesto: “Cos’è la devozione spirituale? Come possiamo praticarla?”. Il pastore allora mi ha detto: “La devozione spirituale significa leggere la Bibbia, dire le preghiere e cantare gli inni di lode tutti i giorni. Quando preghiamo, dobbiamo farlo per le nostre famiglie, per i fratelli e le sorelle deboli della nostra Chiesa e per i servi di Dio. Dobbiamo anche seguitare a leggere la Bibbia e a cantare gli inni ogni giorno, e farlo senza interruzioni. Se tutti i giorni pratichi diligentemente la devozione spirituale, la tua spiritualità continuerà a crescere e ti avvicinerai sempre di più al Signore, e allora Dio ne sarà lieto”.
Ho iniziato dunque a praticare come mi aveva detto il pastore. Ogni mattina alle cinque in punto mi alzavo dal letto e cominciavo la mia devozione spirituale. Prima di tutto leggevo due capitoli della Bibbia, poi cantavo gli inni e pregavo così come mi era stato indicato dal pastore. Ho seguito questa pratica in tutte le stagioni e ho seguitato a dire preghiere anche se qualche volta le mie gambe si addormentavano per quanto rimanevo in ginocchio. Dopo diversi anni credevo che avrei potuto raggiungere una maggiore illuminazione attraverso la pratica della mia devozione spirituale, che avrei compreso sempre di più la parola di Dio e avrei avuto un rapporto sempre più intimo con il Signore. In realtà, però, nonostante fossi capace di recitare alcuni classici versetti tratti dalla Bibbia e che mi ricordassi delle parole che avevo spesso utilizzato nella preghiera, non avevo ancora capito nulla della parola del Signore, della Sua volontà o delle Sue richieste. Sono addirittura arrivato al punto di appisolarmi o dormire beatamente durante la devozione spirituale e non riuscivo a sentire la benché minima presenza del Signore.
Ho chiesto a diversi predicatori e a molti fratelli e sorelle come praticare la devozione spirituale per avvicinarmi al Signore, ma il loro modo di praticarla era pressoché identico al mio. Anche loro si alzavano presto per pregare, leggere la Bibbia e cantare gli inni di lode al Signore, senza raggiungere alcun risultato evidente. Alcuni addirittura si addormentavano mentre pregavano. Rimasi molto costernato: negli ultimi anni avevo praticato la mia devozione spirituale proprio come mi aveva detto il pastore, quindi perché non avevo ottenuto buoni risultati? Questo modo di praticare la devozione spirituale non era forse encomiabile agli occhi del Signore? Qual era esattamente la Sua volontà?
In cosa consiste la vera devozione spirituale?
Un giorno andai a trovare Sorella Song a casa sua per uno studio sulla Bibbia. Quando le chiesi come praticare la devozione spirituale per guadagnare la lode del Signore, Sorella Song tirò fuori un libro dal titolo “Il libro aperto dall’Agnello” e ne lesse un passo: “Una vita spirituale normale non si limita alla preghiera, ai canti, alla vita di Chiesa, a nutrirsi e dissetarsi delle parole di Dio e ad altre pratiche simili, ma significa condurre un’esistenza spirituale fresca e piena di vita. Non è questione di metodo, ma di risultato. La maggioranza delle persone crede che per avere una vita spirituale normale si debba pregare, cantare, che ci si debba nutrire delle parole di Dio, o tentare di capire queste stesse parole. Non importa se conseguono dei risultati o una vera comprensione: costoro si concentrano solo sul fare le cose in maniera meccanica, esteriore, anziché sul risultato – sono individui che vivono dei rituali della religione e non all’interno della Chiesa, e ancor meno appartengono al Regno. Le loro preghiere, il loro cantare, il loro nutrirsi delle parole di Dio rispettano tutti le regole, essi sono obbligati a compierli e lo fanno stando al passo con le tendenze, non spontaneamente o con il cuore. Non importa quanto preghino o cantino: non vi sarà alcun risultato, poiché tutto quello che essi praticano sono regole e riti religiosi e non la parola di Dio. Concentrandosi solo sul metodo, e prendendo le parole di Dio come regole da osservare, questo genere di persona non pratica la parola di Dio, ma soddisfa la carne e compie azioni da esibire agli altri. Questo tipo di rito e di regola religiosi deriva dall’uomo, non da Dio. Dio non osserva le norme, non rispetta alcuna legge; Egli compie nuove cose ogni giorno e realizza un’opera concreta. […] Se le persone vivono osservando le regole, con il cuore dedito alla pratica, lo Spirito Santo non ha modo di operare poiché i loro cuori sono occupati dalle norme, dalle concezioni umane, e pertanto Dio non può agire; costoro vivranno unicamente sotto il controllo della legge e non potranno mai ricevere la lode di Dio” (“Riguardo a una vita spirituale normale”).
Il passo letto dalla sorella scosse il mio cuore. Prima di allora avevo studiato la teologia e letto molti libri spirituali, antichi e moderni, cinesi e stranieri, e avevo ascoltato molte registrazioni di sermoni fatti da famosi predicatori, eppure non avevo mai visto né sentito qualcuno che potesse spiegare in modo così cristallino in cosa consisteva la vera devozione spirituale e i risultati ottenuti nel praticarla. Inoltre il passo metteva in evidenza quella che era sempre stata la situazione della nostra devozione spirituale – in essa certamente esistevano alcune regole e deviazioni!
In seguito, attraverso la condivisione della sorella, sono arrivato a capire che la devozione spirituale non significa ostinarsi a leggere la Bibbia, a cantare gli inni e a dire le proprie preghiere ogni giorno, poiché con la vera devozione spirituale non importa come sono le proprie pratiche esterne o quanto bene si osservi il rito religioso o per quanto tempo si pratichi nella quotidianità. Ciò che conta invece è il risultato; cioè, questo si basa sul fatto che la nostra devozione spirituale possa consentirci o meno di ottenere una maggiore rivelazione e illuminazione dallo Spirito Santo, di avere una migliore comprensione della volontà di Dio e di avvicinarci di più a Lui. Per esempio, non cantiamo gli inni per muovere solo le labbra, ma piuttosto per placare i nostri cuori al cospetto di Dio. Quando cantiamo gli inni, siamo in grado di ottenere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo e di comprendere quindi la volontà di Dio. La preghiera non è solo recitare le stesse vecchie parole in continuazione, giorno dopo giorno, anno dopo anno, o credere che se preghiamo più a lungo o diciamo più preghiere, allora ci conformiamo di più alla volontà di Dio. Pregare, al contrario, significa aprire il nostro cuore e confidare in Dio, parlandoGli di tutte le cose che il cuore serba e di tutte le nostre difficoltà concrete. La preghiera giungerà a Dio, indagherà la Sua volontà e cercherà il percorso di pratica. Leggere la parola del Signore non serve soltanto a capire il significato letterale delle parole e ad armarci della conoscenza e della dottrina spirituali, in modo tale che possiamo poi predicarla ad altri o risolvere i problemi dei nostri fratelli e sorelle. Leggiamo invece la parola del Signore per contemplarla, comprendere la Sua volontà e le Sue richieste nei nostri confronti, per essere capaci di praticare meglio la parola del Signore e di praticare secondo la Sua volontà.
Non avevo mai indagato i risultati della mia devozione spirituale, ma al contrario l’avevo praticata ogni giorno come se portassi a termine un compito qualunque. Quando cantavo gli inni lo facevo senza uno scopo; quando pregavo, battevo sempre sullo stesso tasto ripetendo le stesse parole in continuazione; quando leggevo la Bibbia, capivo solo qualche significato letterale delle parole e mi armavo di una scarsa teoria spirituale. Semplicemente non ho mai dato peso al motivo per cui il Signore avesse detto ciò che ha detto, a quali fossero la Sua volontà e le Sue richieste dietro le cose che diceva, alle verità che io comprendevo all’interno della Sua parola, e così via. Paragonando me stesso al passo che la Sorella Song aveva letto, finalmente ho capito che la mia devozione spirituale si limitava soltanto a seguire le regole e a dedicarsi al rito religioso – non era la vera devozione spirituale e non era affatto adatta a guadagnare la lode di Dio. Ho preso seriamente in considerazione questo passo e ho capito che non solo questo svelava la ragione fondamentale per cui noi non ottenevamo nulla con la nostra devozione spirituale, ma ci mostrava anche il percorso di pratica. Questo passo mi è stato davvero utile e ne ho giovato! Volevo leggerne altri, così ho preso in prestito il libro da Sorella Song.
Come raggiungere la vera devozione spirituale
Dopo essere tornato a casa, ho letto diversi passi, uno dopo l’altro. Uno di questi recitava così: “Le persone credono in Dio, Lo amano e Lo appagano toccandoNe lo Spirito con il loro cuore, e perciò ottengono la Sua soddisfazione; quando intavolano un dialogo con le parole di Dio nel loro cuore, sono pertanto mosse dal Suo Spirito. Se desideri ottenere una corretta vita spirituale e stabilire un buon rapporto con Dio, in primo luogo devi consegnarGli il tuo cuore e placarlo dinanzi a Lui. Solo dopo aver riversato il tuo cuore interamente in Dio potrai sviluppare a poco a poco una corretta vita spirituale. […] Se il tuo cuore può essere riversato in Dio e tacere al Suo cospetto, avrai l’occasione e le qualifiche per essere usato dallo Spirito Santo, per ricevere la Sua intuizione e illuminazione, e anzi avrai modo che lo Spirito Santo colmi le tue lacune. Quando doni il tuo cuore a Dio, puoi penetrare più in profondità nell’aspetto positivo e trovarti su un piano più elevato di discernimento; quanto all’aspetto negativo, comprenderai maggiormente le tue colpe e i tuoi difetti, sarai più desideroso di cercare di soddisfare la volontà di Dio, e non sarai passivo, ed entrerai attivamente. Ciò significherà che sei una persona corretta” (“È molto importante stabilire un rapporto adeguato con Dio”).
Mentre valutavo questo passo, ho capito che se volevo avere una normale vita spirituale, allora dovevo per prima cosa lasciar perdere tutte quelle vecchie regole e pratiche del passato, allontanare il mio cuore da tutte le persone, gli eventi e le cose del mondo esterno e placarlo al cospetto di Dio, pregare Dio, leggere la Sua parola e contemplarla a cuore aperto. Qualunque cosa non capissi, sapevo che dovevo pregare di più e indagare di più con Dio – non potevo semplicemente dare alla parola di Dio una rapida occhiata e trascurarla. Solo praticando in questo modo potevo ottenere la rivelazione e l’illuminazione dello Spirito Santo e stabilire un rapporto normale con Dio. Quando ci approcciamo col cuore alla Sua parola, scopriamo finalmente se, rispetto alle cose in cui ci imbattiamo nel corso della vita, agiamo secondo i nostri desideri o se pratichiamo secondo la parola di Dio; scopriamo che ci sono cose nelle quali non pratichiamo totalmente secondo la Sua volontà e che in noi esistono ancora alcune deviazioni e lacune, e così via. Quando riflettiamo su questo, cerchiamo il percorso di pratica nella parola di Dio, poi lo introduciamo nelle nostre vite, lo attuiamo e vi accediamo per risolvere i nostri problemi reali. La vera devozione spirituale consiste solo in una vita spirituale che possa raggiungere questo genere di risultati. Dopo averlo compreso, ho cominciato a praticarla e ad accedervi: quando praticavo la devozione spirituale, pregavo Dio esponendo tutti i problemi e le difficoltà che incontravo ogni giorno e cercavo il percorso di pratica nella parola di Dio. Quando pregavo, raccontavo al Signore tutto ciò che avevo nel cuore, Gli parlavo sinceramente, Gli affidavo tutte le mie difficoltà concrete e chiedevo il Suo aiuto; le mie preghiere non seguivano più le regole e non si dedicavano al rito religioso o dicevano le stesse vecchie parole. Quando leggevo la parola di Dio non importava più quanto leggessi o quanto riuscissi a memorizzare. Mi concentravo invece sulla contemplazione e la ricerca della volontà di Dio e delle Sue richieste, mi domandavo se praticassi o meno secondo la parola del Signore quando mi trovavo di fronte alle difficoltà, e se non era così allora me ne chiedevo il motivo e cosa dovessi fare la volta successiva di fronte a un simile problema, e via discorrendo. Dopo aver praticato in questo modo per un po’ di tempo, avevo l’impressione che il mio rapporto con il Signore si stesse normalizzando, spesso sentivo l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo quando leggevo la parola del Signore e quando pregavo mi commuovevo e percepivo chiaramente che il Signore ascoltava le mie preghiere. Grazie al Signore!
Attraverso il libro “Il libro aperto dall’Agnello” si condividevano anche queste informazioni: in cosa consiste un’autentica vita spirituale, come stabilire un normale rapporto con Dio, in cosa consiste un’autentica vita da Chiesa, e così via. Più leggevo, più tutto diventava chiaro e più ne godevo. Inoltre questo libro spiegava molte cose che prima non avevo mai capito nella Bibbia. Leggendolo, diversi problemi che un tempo mi lasciavano perplesso sono stati risolti, e all’improvviso ho visto la luce, come se le nuvole si fossero allontanate rivelando la luce del Sole. Ho avuto la sensazione che questo libro non fosse stato scritto da una persona qualunque, perché era troppo edificante, utile, e non riuscivo a non pensare alla parola del Signore Gesù: “Molte cose ho ancora da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; ma quando sia venuto Lui, lo Spirito della verità, Egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di Suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annunzierà le cose a venire” (Giovanni 16:12-13). Il Signore ha affermato chiaramente che, al Suo ritorno, ci dirà tutte le verità che non abbiamo ancora compreso. Questo libro è riuscito a spiegare tutto in maniera molto cristallina – e se le parole di questo testo fossero un’emanazione degli enunciati dello Spirito Santo? Ho studiato attentamente il libro e letto il titolo, “Il libro aperto dall’Agnello”. Il mio cuore ha saltato un battito non appena ho pensato: “E se questo libro fosse il piccolo rotolo che è stato profetizzato molte volte nell’Apocalisse? Ma il piccolo rotolo sigillato può essere aperto solo dall’Agnello…”. Con questi pensieri non sono riuscito a starmene con le mani in mano un minuto di più e, dopo aver pregato il Signore, ho preso il libro e sono corso a casa di Sorella Song…
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