Una volta diventato adulto, Chen Zhong divenne un ottimo predicatore. Attraversò con il vento e la pioggia, predicando in ogni luogo e guidando la chiesa senza curarsi se ci fosse un freddo pungente o ci fosse un caldo cocente. Rinunciò persino alla sua famiglia e al suo matrimonio. Egli ha dedicato tutto al Signore, credendo profondamente che solo così poteva essere portato nel Regno dei Cieli quando il Signore viene. Tuttavia, ogni volta che vedeva le parole del Signore Gesù: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:22-23). Era molto perplesso: quando ero bambino, i pastori spesso ci dicevano che era possibile essere portati nel Regno dei Cieli fino al momento in cui lavoravamo sodo per il Creatore. Paolo disse anche: “Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia…” (2 Timoteo 4:7-8). Ma dalle parole del Signore Gesù si evince che Egli non approvava coloro che operavano nel Suo nome, ma al contrario li appellava persino come malfattori. Perché questo? Cheng Zhong pensava e ripensava, ma non riusciva a darsi una risposta.
Un giorno durante una riunione dei collaboratori, Cheng Zhong disse: “Cari colleghi, c’è una questione che mi assilla da molto tempo. Ultimamente vi ho riflettuto: stiamo davvero obbedendo alla volontà del Padre Celeste predicando e lavorando sodo per il Signore in ogni luogo? Possiamo essere portati nel Regno dei Cieli se agiamo in questo modo? Ho intenzione di ascoltare le vostre opinioni riguardo questa questione attraverso questa occasione”. Vari colleghi si guardarono ed iniziarono subito a parlare.
Il collaboratore Li disse: “Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Paolo disse: ‘Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia…’ (2 Timoteo 4:7-8). Credo che finché noi lavoreremo sodo, soffriremo e ci dedicheremo al Signore secondo le parole di Paolo, saremo sicuramente rapiti nel Regno dei Cieli nel momento in cui il Signore ritornerà. Non credo che ci sia nulla di opinabile!”.
Dopo aver ascoltato le parole del collaboratore Li, Hao Aiguang disse con una espressione accigliata: “Nella Bibbia, Paolo disse così. Durante questi anni, abbiamo anche lavorato sodo, sofferto e ci siamo dedicati al Signore secondo le parole di Paolo. E noi siamo convinti che fintanto che agiremo in questo modo, saremo sicuramente presi nel Regno dei Cieli dal Signore. Tuttavia, ultimamente sono un po’ confuso. Sento che non possiamo ricevere per forza l'approvazione del Signore cercando secondo la visione di Paolo. Perché ho visto che le parole del Signore Gesù dicevano: ‘Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità’ (Matteo 7:22-23). Coloro che predicavano, scacciavano i demoni, e compievano opere meravigliose nel nome del Signore erano sicuramente persone che lavoravano sodo. Ma il Signore Gesù disse chiaramente che erano malvagi e che sarebbero stati abbandonati da Lui. Questo dimostra che lavorare sodo semplicemente non significa che possiamo ottenere l’approvazione del Signore. Ma Paolo pensava che finché lavorava duramente per il Signore, allora sarebbe potuto entrare a far parte del Regno di Dio. Ritengo che le parole di Paolo sono diverse da quelle del Signore Gesù e non corrispondono agli insegnamenti dati dal Signore Gesù. A proposito di una questione importante come quella di entrare nel Regno dei Cieli, dovremmo considerarla secondo la parola del Signore Gesù poiché Egli è il Re del Regno dei Cieli. Non importa di chi sono le parole, se non corrispondono alle parole e agli insegnamenti del Signore, dobbiamo avere una buona capacità di discernimento e non dovremmo ascoltarli ciecamente. Altrimenti sarà facile resistere a Dio, offendere la Sua indole, per essere infine abbandonati da Lui.
Molti collaboratori annuirono in segno di assenso, il collaboratore Li sembrò un po’ imbarazzato.
Il collaboratore Zheng disse con approvazione: “Giusto, la parola del Signore rappresenta l’esempio di genere di uomo che può entrare nel Regno dei Cieli. Per meglio dire dobbiamo misurarlo secondo la parola del Signore Gesù! In realtà la domanda di fratello Chen mi ha lasciato perplesso per molto tempo. Dio disse: ‘Siate santi, perché io son santo’ (1 Pietro 1:16). La Bibbia anche disse, ‘La santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore’ (Ebrei 12:14). Abbiamo operato per il Signore per anni, ma pecchiamo ancora molto spesso e lo riconosciamo, e non riusciamo persino a smettere di dire bugie. Ma dentro di me vi è ancora tanta disonestà e corruzione. Tutti i miei pensieri sono cattivi e nessuno di essi è compatibile con Dio. A volte, quando non nutriamo simpatia per dei fratelli e sorelle, esprimiamo disprezzo e antipatia, mostrandoci intolleranti e impazienti. Quando accade che qualcosa non coincide con le nostre nozioni, siamo ancora nella condizione di lamentarci e fraintendere Dio. Inoltre, bramiamo il mondo e seguiamo le tendenze del mondo malvagio. Nel momento in cui il Signore ritornerà, potremo essere portati nel Regno dei Cieli? Cosa faremo se il Signore ci abbandonerà? Abbiamo davvero bisogno di riflettere molto attentamente”.
Il collaboratore Li aprì le braccia con rabbia con uno sguardo sbalordito dicendo: “Ma come può abbandonarci il Signore? Sebbene siamo ancora macchiati del peccato e non abbiamo raggiunto la purezza, i nostri peccati sono stati perdonati dal Signore e siamo stati salvati. Tra l’altro, abbiamo operato per il Signore per molti anni e abbiamo sofferto tanto. Il Signore dovrebbe darci una ricompensa per il duro lavoro se non per il buon operato. Come può il Signore non lodarci?”.
Hao Aiguang confutò: “È un dato di fatto che il Signore abbia perdonato i nostri peccati e ci abbia ammessi alla Sua presenza e a godere della Sua grazia. Ma sulla questione riguardante l’ingresso nel Regno dei Cieli, Egli non ha mai detto che coloro cui sono perdonati i peccati potranno entrare nel Regno dei Cieli, nemmeno che chiunque abbia lavorato duro per Lui potrà entrare nel Regno dei Cieli. Al contrario, il Signore ha detto agli uomini chiaramente: ‘Chi fa la volontà del Padre mio che ène’ cieli’. Il Signore Gesù ha anche detto, ‘chi commette il peccato è schiavo del peccato. Or lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figliuolo vi dimora per sempre’ (Giovanni 8:34-35). Il Signore è sacro. Noi siamo così uomini impuri e corrotti, come possiamo avere il requisito per essere portati nel Regno dei Cieli?”.
Il collaboratore Zheng replicò immediatamente: “Grazie al Signore! La comunione di sentimenti della collaboratrice Hao è ragionevole. Questa parola è illuminante. Ricordo che è scritto nella Bibbia, ‘Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati; rimangono una terribile attesa del giudizio e l’ardor d’un fuoco che divorerà gli avversari’ (Ebrei 10:26-27). Il Signore è giusto. Possiamo anche lavorare tanto per il Signore, ma pecchiamo ancora spesso e lo riconosciamo, e non siamo sempre capaci di mettere in pratica la parola del Signore. Anzi, non abbiamo nessun requisito per entrare nel Regno dei Cieli”.
Dopo aver ascoltato la comunione di sentimenti dei fratelli e delle sorelle Chen Zhong comprese un po’, ma era ancora un po’ confuso.
Chen Zhong aprì il suo cuore e si unì nella comunione dei sentimenti: “Dopo aver ascoltato quello che avete detto sono riuscito a capire tante cose. ‘Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che ène’ cieli’. Queste sono le parole del Signore. Dovremmo perseguire in base a ciò che il Signore chiede, e non c’è dubbio al riguardo. Ma mi sorge un dubbio: noi abbandoniamo le nostre famiglie e professioni, sacrifichiamo la nostra giovinezza e il matrimonio e lavoriamo duramente per il Signore per anni, questo non è fare la volontà del Padre Celeste? Sono confuso, voglio sentire la vostra comunione dei sentimenti”.
Hao Aiguang ribatté dolcemente: “Per molto tempo noi abbiamo pensato che finché abbandoniamo tutto e lavoriamo tanto per il Signore, stiamo compiendo la volontà del Padre Celeste. Ma perché il Signore Gesù ha pronunciato queste parole: ‘Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità’ (Matteo 7:23). Dall’esterno sembra di aver lavorato tanto, ma nei nostri cuori non amiamo e non obbediamo affatto al Signore. Come possiamo essere le persone che compiono la volontà del Padre Celeste? Infatti molti di noi si concentrano sui riti religiosi e sulle regole. Essi non sono alla ricerca della volontà e delle verità del Signore, senza concentrarsi sul mettere in pratica le parole del Signore. Essi agiscono sempre secondo la loro volontà e i loro piaceri. Tutto questo non è compiere la volontà del Padre Celeste. Proprio come i farisei in quel tempo, essi abbandonavano tutto, lavoravano duramente e faticavano, e viaggiavano per le terre e per i mari per diffondere il Vangelo. Ma quello che facevano non per amare e obbedire Dio, non lo facevano per guidare l’uomo sul sentiero di Dio e adorarLo, e non sollevare Dio e portare la Sua testimonianza. In realtà, essi hanno esaltato se stessi e testimoniato se stessi, hanno portato gli uomini davanti a se stessi, lasciando che gli uomini lodassero e ammirassero se stessi. Quello che facevano era pregno delle loro intenzioni e obiettivi, finalizzato alla soddisfazione delle loro ambizioni e desideri. Il loro lavorare duramente e faticare non li ha condotti nel Regno dei Cieli. Al contrario, li ha condotti al cospetto del retto giudizio di Dio.
“Giusto!” Approvò il collaboratore Zheng, “I farisei hanno compiuto sacrifici e sopportato privazioni esternamente, ma resistevano sempre a Dio condannandoLo. Si unirono al governo romano per crocifiggere il Signore Gesù. Questo è sufficiente a dimostrare che i sacrifici esteriori e le privazioni non indicano che stiamo compiendo la volontà del Padre Celeste, e questo non significa che siamo capaci di conoscere Dio e ubbidirGli! Alla stessa maniera oggi lavoriamo tanto e facciamo molti sacrifici esternamente, ma pecchiamo ancora spesso e facciamo resistenza a Dio. Non siamo persone che obbediscono e temono Dio, e poi come possiamo essere chiamate persone che compiono la volontà del Padre Celeste? Come potremmo essere adatti ad entrare nel Regno dei Cieli?”.
Hao Aiguang annuì e continuò: “E Gesù gli disse: ‘Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento’ (Matteo 22:37-38). Penso che il modo giusto di compiere la volontà del Padre Celeste sia cercare di amare il Signore con tutto il cuore e con tutta la mente. Siamo in grado di praticare e sperimentare la parola di Dio, di operare secondo ciò che chiede il Signore, di elevarLo e di portare testimonianza a Dio in ogni cosa quando compiamo i nostri doveri, e infine di obbedire veramente al Signore. Agendo in questa maniera significa veramente fare la volontà del Padre Celeste, solo chi lo fa ed ha i requisiti per entrare nel Regno dei Cieli”.
“Giusto!” Concordò un collaboratore, “Fare la volontà del Padre Celeste non significa semplicemente fare sacrifici e sopportare difficoltà esternamente. La cosa più importante è che possiamo praticare il modo di temere Dio e di rifuggire il male. Possiamo sostenere un cuore di obbedienza a Dio, prenderci cura del cuore del Signore, di non agitarci inutilmente per le nostre perdite e guadagni, e di adempiere al compito del Signore con tutto il nostro cuore e le nostre forze. Quando accade qualcosa che va contro le nostre aspettative, siamo in grado di andare alla ricerca della volontà del Signore, di obbedire e soddisfare Dio, indipendentemente dal tipo di prova che affrontiamo. Solo così possiamo meritarci di entrare nel Regno di Dio”.
Dopo aver sentito ciò, Chen Zhong annuì e disse: “Quello che hai detto mi fa pensare a quegli apostoli e a quei profeti nel corso dei secoli: Pietro cercò di amare e soddisfare Dio, concentrandosi sul mettere in pratica delle parole del Signore nel corso di tutta la sua vita. Egli poteva sopportare tutte le sofferenze per aver amato Dio, infine messo sulla croce a testa in giù ottenendo l’approvazione di Dio. Quando, come richiesto da Dio, Abramo offrì suo figlio unigenito come sacrificio e restituendo suo figlio a Dio, per quanto fosse doloroso, era disposto a obbedire a ciò che Dio chiedeva. Finalmente ottenne l’approvazione di Dio. Giobbe sopportò il dolore peggiore nella sua prova, ma egli custodì il modo di temere Dio e di rifuggire il male. Egli lodava il nome di Dio, non considerava i suoi guadagni e le sue perdite personali, ma cercava solo di obbedire e di temere Dio. Alla fine, ottenne l’approvazione e la benedizione di Dio”.
Hao Aiguang rispose positivamente: “È giusto! Essi potevano praticare le parole del Signore, obbedire e soddisfare Dio senza alcuna condizione, e alla fine ottennero l’approvazione di Dio. Quando crediamo in Dio, solo se cerchiamo la verità, mettiamo in pratica le parole di Dio e viviamo la realtà delle parole di Dio, possiamo diventare coloro che obbediscono alla volontà di Dio e poi essere portati nel Regno dei Cieli”.
Chen Zhong disse con un sospiro: “In questo caso, fare semplicemente fatica non può aiutarci ad ottenere l’approvazione di Dio e ad essere portati nel Regno dei Cieli. Oggi, la comunione di sorella Hao ha avuto l’illuminazione dello Spirito Santo, il che mi ha giovato molto. Ebbene, sorella Hao, come mai riesci a pronunciare queste parole piene di illuminazione?”.
Tutti la osservavano con occhi pieni di stupore e attesa.
Hao Aiguang guardo intorno a sé e a tutti i volti con un sorriso, poi tirò fuori dalla sua borsa un libro…
Traduzione di Maria Rosaria Leggieri