12 |30 Novembre 2020
Satana tenta Giobbe per la prima volta (il suo bestiame viene rubato e succedono disgrazie ai suoi figli) (Passi selezionati)
a. Le parole pronunciate da Dio
Giobbe 1:8 E Jahvè disse a Satana: “Hai tu notato il Mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male”.
Giobbe 1:12 E Jahvè disse a Satana: “Ebbene! Tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona”. E Satana si ritirò dalla presenza di Jahvè.
b. Risposta di Satana
Giobbe 1:9-11 E Satana rispose a Jahvè: “È egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio? Non l’hai Tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po’ la Tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non Ti rinnega in faccia”.
Dio permette a Satana di tentare Giobbe, così che la sua fede sia resa perfetta
Giobbe 1:8 è il primo resoconto biblico di un dialogo tra Jahvè e Satana. E cosa disse Dio? Il testo originale descrive così le cose: “E Jahvè disse a Satana: ‘Hai tu notato il Mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male’”. Questa fu la valutazione che Dio formulò riguardo a Giobbe di fronte a Satana; Dio disse che egli era un uomo perfetto e retto, che temeva Dio e fuggiva il male. Prima di questo dialogo con Satana, Dio aveva deciso che Si sarebbe servito di lui per tentare Giobbe, che avrebbe consegnato Giobbe a Satana. Per certi versi, ciò proverà che l’osservazione e la valutazione di Giobbe da parte di Dio erano precise e scevre da errore, e farà sì che Satana sia svergognato dalla testimonianza di Giobbe; per contro, renderà perfetti la fede in Dio di Giobbe e il suo timore nei Suoi confronti. Quindi, quando Satana si presentò a Dio, Egli non parlò in modo ambiguo, ma andò dritto al punto e gli chiese: “Hai tu notato il Mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male”. Nella domanda di Dio si cela il significato seguente: Dio sapeva che Satana aveva vagato in ogni luogo e aveva spesso spiato Giobbe, che era servo di Dio. Lo aveva più volte tentato e assalito, cercando il modo di rovinarlo, onde provare che la fede in Dio di Giobbe e il timore nei Suoi confronti non erano in grado di resistere. Satana non aveva inoltre esitato a cercare occasioni per rovinare Giobbe, onde fargli rinnegare Dio e permettere a Satana stesso di strapparlo dalle mani di Dio. Tuttavia, Dio guardò nel cuore di Giobbe e vide che egli era perfetto e retto, che temeva Dio e fuggiva il male. Dio Si servì di una domanda per dire a Satana che Giobbe era un uomo perfetto e retto, che temeva Dio e fuggiva il male, che Giobbe non avrebbe mai rinnegato Dio per seguire Satana. All’udire il giudizio di Dio su Giobbe, in Satana si accese la rabbia, innescata dall’umiliazione, ed egli si fece ancor più furioso e impaziente di strappare via Giobbe, perché non aveva mai creduto che qualcuno potesse essere perfetto e retto, o che potesse temere Dio e fuggire il male. Al tempo stesso, Satana detestava l’integrità e la rettitudine in un uomo, e odiava chi era in grado di temere Dio e fuggire il male. Per questo è scritto in Giobbe 1:9-11 che “Satana rispose a Jahvè: ‘È egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio? Non l’hai Tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po’ la Tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non Ti rinnega in faccia’”. Dio conosceva intimamente la natura malevola di Satana e sapeva molto bene che questi aveva da tempo progettato di rovinare Giobbe; per questo pensò, dicendo a Satana, ancora una volta, che Giobbe era perfetto e retto e che temeva Dio e fuggiva il male, di metterlo in riga, di costringerlo a mostrare il suo vero volto e ad attaccare e tentare Giobbe. In altri termini, Dio sottolineò volutamente che Giobbe era perfetto e retto, che temeva Dio e fuggiva il male, e in tal modo fece sì che Satana si scagliasse contro Giobbe, spinto dall’odio e dalla collera nei confronti dell’integrità e della rettitudine di Giobbe, il quale era un uomo che temeva Dio e fuggiva il male. Di conseguenza, Dio coprì di vergogna Satana tramite il fatto che Giobbe era un uomo perfetto e retto, che temeva Dio e fuggiva il male, e così Satana rimase totalmente umiliato e sconfitto. In seguito, Satana non avrà più dubbi e non lancerà più accuse riguardo all’integrità, la rettitudine, il timore di Dio o la fuga dal male di Giobbe. Per questo, la messa alla prova da parte di Dio e la tentazione ad opera di Satana erano pressoché inevitabili. Il solo in grado di resistere alla prova da parte di Dio e alla tentazione di Satana era Giobbe. A seguito di questo dialogo, a Satana fu permesso di tentare Giobbe. E così ebbe inizio la prima serie di attacchi da parte di Satana. L’obiettivo di tali attacchi furono i beni di Giobbe, perché Satana aveva formulato contro di lui l’accusa seguente: “È egli forse per nulla che Giobbe teme Iddio? […] Tu hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese”. Di conseguenza, Dio permise a Satana di portare via a Giobbe tutto quel che aveva, che era proprio lo scopo per cui Egli aveva parlato con Satana. Tuttavia, Dio fece a Satana una richiesta: “Tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona” (Giobbe 1:12). Ecco la condizione che Dio pose dopo aver concesso a Satana di tentare Giobbe e averglielo consegnato. Si trattava del limite che Satana non avrebbe potuto oltrepassare: Egli gli ordinò di non nuocere a Giobbe. Poiché Dio riconosceva che Giobbe era perfetto e retto, e credeva fermamente che l’integrità e la rettitudine di Giobbe di fronte a Lui fossero al di là di ogni dubbio, e avrebbero potuto resistere alla prova, consentì a Satana di tentare Giobbe, ponendogli tuttavia un limite: egli avrebbe potuto prendere tutti i beni di Giobbe, ma non avrebbe potuto alzare nemmeno un dito contro di lui. Che cosa significa? Che Dio non abbandonò completamente Giobbe nelle mani di Satana. Satana avrebbe potuto tentare Giobbe con qualsiasi mezzo avesse voluto, senza tuttavia potergli nuocere o torcergli anche un solo capello, perché tutto, nell’uomo, è controllato da Dio, è Lui a decidere se l’uomo debba vivere o morire, e Satana non ha tale autorizzazione. Dopo che Dio ebbe detto a Satana queste parole, Satana non vide l’ora di iniziare. Si servì di ogni mezzo per tentare Giobbe, ed entro breve tempo Giobbe aveva già perso una marea di pecore e di buoi e tutti i beni che Dio gli aveva dato… Così si abbattè su di lui la prova di Dio.
Sebbene la Bibbia ci narri l’origine delle tentazioni di Giobbe, egli stesso, che le subiva, era cosciente di ciò che stava succedendo? Giobbe era un semplice mortale: ovvio non sapesse nulla di quanto stesse avvenendo alle sue spalle. Tuttavia, il suo timore di Dio e la sua integrità e rettitudine gli fecero capire che erano giunte a lui le prove di Dio. Egli non era a conoscenza di ciò che era avvenuto nella sfera spirituale, né conosceva le intenzioni divine soggiacenti a tali prove. Ma sapeva che, a prescindere da ciò che gli stava succedendo, doveva resistere nella sua integrità e rettitudine, e continuare ad attenersi alla via del timore di Dio e della fuga dal male. L’atteggiamento di Giobbe e la sua reazione a quegli avvenimenti furono chiaramente notati da Dio. Cosa vide Dio? Vide che il cuore di Giobbe Lo temeva, perché dall’inizio fino al momento della prova, il suo cuore era rimasto aperto a Dio, Gli era stato posto innanzi, e Giobbe non aveva rinnegato la propria integrità e la propria rettitudine, né aveva rigettato o abbandonato la strada del timore di Dio e della fuga dal male, e nulla era più gratificante per Dio.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”