632 |11 Novembre 2020
Molti prendono in mano le parole di Dio e le leggono giorno dopo giorno, fino al punto di imparare attentamente a memoria tutti i brani classici e considerarlo il loro bene più prezioso. Inoltre predicano ovunque le parole di Dio, nutrendo e aiutando gli altri per mezzo delle Sue parole. Pensano che fare così significhi rendere testimonianza a Dio, rendere testimonianza alle Sue parole, che fare così significhi seguire la via di Dio; pensano che fare così significhi vivere secondo le parole di Dio, portare le Sue parole nella propria vita effettiva, che fare così consenta loro di ricevere la lode di Dio ed essere salvati e resi perfetti. Ma, pur predicando le parole di Dio, nella pratica non vi si conformano mai né cercano di allinearsi a ciò che vi viene rivelato. Invece usano le parole di Dio per conquistare l’adorazione e la fiducia degli altri mediante inganni, per avviare una gestione propria e per sottrarre e rubare la gloria di Dio. Sperano vanamente di approfittare dell’occasione offerta dalla divulgazione delle parole di Dio per ricevere la Sua opera e la Sua lode. Quanti anni sono trascorsi, eppure non solo queste persone sono state incapaci di guadagnare la lode di Dio mediante la predicazione delle Sue parole; non solo sono state incapaci di scoprire la via da seguire per rendere testimonianza alle parole di Dio; non solo non hanno aiutato o nutrito sé stesse mentre nutrivano e aiutavano gli altri per mezzo delle parole di Dio; non solo, nel fare tutte queste cose, sono state incapaci di conoscere Dio o di destare in sé stesse una venerazione autentica per Dio; ma al contrario i loro malintesi riguardo a Dio si fanno sempre più profondi, la loro diffidenza nei Suoi confronti si fa sempre più grave e le loro fantasie nei Suoi riguardi si fanno sempre più iperboliche. Nutrite e guidate dalle loro teorie riguardo alle parole di Dio, sembrano essere a loro agio e mettere in pratica le proprie abilità con facilità e senza sforzo, come se avessero trovato il loro scopo nella vita, la loro missione, come se avessero conquistato una nuova vita e fossero state salvate; come se, con le parole di Dio che escono vivaci dalla loro lingua nella recitazione, avessero ottenuto l’accesso alla verità, avessero compreso le intenzioni di Dio e scoperto il cammino per conoscerLo; come se, predicando le parole di Dio, si trovassero spesso faccia a faccia con Lui. Inoltre spesso si “commuovono” al punto di mettersi a piangere e altrettanto spesso, guidate dal “Dio” delle parole di Dio, sembrano aggrapparsi incessantemente alle Sue serie premure e gentili intenzioni e allo stesso tempo aver compreso la salvezza dell’uomo da parte di Dio e la Sua gestione, sembrano essere giunte a conoscere la Sua essenza e aver capito la Sua indole giusta. Su queste basi, sembrano credere ancora più fermamente nell’esistenza di Dio, essere maggiormente a conoscenza della Sua condizione eccelsa e percepire ancor più profondamente la Sua grandezza e la Sua trascendenza. Immerse come sono nella conoscenza superficiale delle parole di Dio, sembra che la loro fede sia cresciuta, la loro determinazione a sopportare la sofferenza si sia rafforzata e la loro conoscenza di Dio sia diventata più profonda. Ben poco sanno che, finché non sperimentano veramente le parole di Dio, tutta la loro conoscenza di Dio e le loro idee riguardo a Lui derivano dalla loro bramosa immaginazione e dalle loro congetture. La loro fede non reggerebbe ad alcun genere di prova da parte di Dio, la loro cosiddetta spiritualità e la loro levatura semplicemente non reggerebbero alla prova o alla verifica da parte di Dio; la loro determinazione è solo un castello di sabbia e anche la loro cosiddetta conoscenza di Dio non è altro che frutto della loro fantasia. In realtà queste persone, che per così dire hanno profuso grande impegno nelle parole di Dio, non hanno mai capito che cosa sia la vera fede, che cosa sia la vera sottomissione, che cosa sia la vera sollecitudine o la vera conoscenza di Dio. Prendono la teoria, l’immaginazione, la conoscenza, il dono, la tradizione, la superstizione e perfino i valori morali dell’umanità e ne fanno un “capitale di investimento” e “armamenti militari” per credere in Dio e ricercarLo, costituendole perfino come fondamenta della loro fede in Dio e della loro ricerca di Lui. Allo stesso tempo prendono questo capitale e questi armamenti e li trasformano in un talismano magico per conoscere Dio, per affrontare e combattere la verifica, la prova, il castigo e il giudizio di Dio. Alla fine, ciò che ottengono non è altro che deduzioni riguardo a Dio immerse in connotazioni religiose, in superstizioni feudali e in tutto ciò che è romantico, grottesco ed enigmatico, e il loro modo di conoscere e definire Dio è creato con lo stesso stampo di quello di quanti credono soltanto nel Cielo Supremo o nel Grande Vecchio in Cielo, mentre la realtà di Dio, la Sua essenza, la Sua indole, il Suo avere e il Suo essere e così via (tutto ciò che riguarda il vero Dio Stesso) sono cose che la loro conoscenza non è riuscita a comprendere e rispetto alle quali è completamente irrilevante e perfino diametralmente opposta. In questo modo, anche se vivono con la provvista e il nutrimento delle parole di Dio, ciò nonostante sono incapaci di percorrere realmente la via dell’aver timore di Dio ed evitare il male. Il vero motivo di tutto questo è che non hanno mai conosciuto Dio, né hanno mai avuto un contatto autentico o una comunione con Lui, e così è impossibile per loro arrivare a un’intesa reciproca con Dio o destare in sé in modo autentico la fede in Dio, la ricerca di Lui o l’adorazione di Lui. Che considerino così le parole di Dio, che considerino così Dio: questo punto di vista e questo atteggiamento le hanno condannate a ritornare a mani vuote dai loro tentativi, le hanno condannate per tutta l’eternità a non essere mai in grado di percorrere la via dell’aver timore di Dio ed evitare il male. Lo scopo a cui mirano e la direzione in cui procedono indicano che sono nemiche di Dio per l’eternità e che per l’eternità non saranno mai in grado di ricevere la salvezza.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Prefazione”