60 |11 Novembre 2020
L’avere e l’essere di Dio, l’essenza di Dio, l’indole di Dio: tutto è stato reso noto tramite le Sue parole all’umanità. Quando ha esperienza delle parole di Dio, l’uomo, nel processo di metterle in pratica, giungerà a capire lo scopo alla base delle parole pronunciate da Dio, a capire la fonte e l’antefatto delle Sue parole e a capire e apprezzare l’effetto desiderato delle Sue parole. Per l’umanità, queste sono tutte cose che l’uomo deve sperimentare, comprendere e fare proprie per avere accesso alla verità e alla vita, comprendere le intenzioni di Dio, trasformare la propria indole e divenire capace di sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Nello stesso tempo in cui l’uomo sperimenta, comprende e fa proprie queste cose, a poco a poco avrà acquisito una certa comprensione di Dio e in quel momento avrà anche acquisito gradi diversi di conoscenza di Lui. Questa comprensione e questa conoscenza non provengono da qualcosa che l’uomo ha immaginato o composto, ma piuttosto da ciò che apprezza, sperimenta, percepisce e corrobora in sé stesso. Solo quando queste cose sono state apprezzate, sperimentate, percepite e corroborate, la conoscenza di Dio da parte dell’uomo acquisisce contenuto; solo la conoscenza che l’uomo ottiene in questo momento è effettiva, reale e precisa, e questo processo – di conseguire un’autentica comprensione e conoscenza di Dio apprezzando, sperimentando, percependo e corroborando le Sue parole – non è altro che la vera comunione fra l’uomo e Dio. Nel pieno di questo genere di comunione, l’uomo giunge veramente a capire e comprendere le intenzioni di Dio, giunge veramente a capire e conoscere l’avere e l’essere di Dio, giunge veramente a capire e conoscere la Sua essenza, giunge gradatamente a capire e conoscere la Sua indole, arriva a una reale certezza e a una corretta definizione della realtà del dominio di Dio sull’intero creato e acquisisce un orientamento sostanziale e una conoscenza dell’identità e della posizione di Dio. Nel pieno di questo genere di comunione, l’uomo modifica, passo dopo passo, le sue idee riguardo a Dio, non immaginandoLo più emerso dal nulla, né lasciando briglia sciolta ai propri sospetti su di Lui né fraintendendoLo né condannandoLo, né giudicandoLo, né dubitando di Lui. Di conseguenza l’uomo avrà meno discussioni con Dio, avrà meno conflitti con Lui e meno occasioni in cui ribellarsi contro di Lui. Viceversa, la sollecitudine dell’uomo verso Dio e la sua sottomissione a Lui aumenteranno, e la sua venerazione della volontà di Dio diventerà più reale, oltre che più profonda. Nel pieno di questo genere di comunione, l’uomo non solo conseguirà la provvista della verità e il battesimo della vita, ma allo stesso tempo otterrà anche la vera conoscenza di Dio. Nel pieno di questo genere di comunione, l’uomo non solo si trasformerà quanto alla propria indole e riceverà la salvezza, ma allo stesso tempo guadagnerà anche la reale venerazione e adorazione di Dio da parte di un essere creato. Dopo questo genere di comunione, la fede dell’uomo in Dio non sarà più una pagina bianca o una promessa offerta solo a parole o una forma di cieca ricerca e idolatria. Solo con questo genere di comunione la vita dell’uomo crescerà giorno dopo giorno verso la maturità, e solo adesso la sua indole a poco a poco si trasformerà, e la sua fede in Dio si modificherà, passo dopo passo, da una credenza vaga e incerta a un’autentica sottomissione e sollecitudine, a una reale venerazione. L’uomo inoltre, nella sua ricerca di Dio, a poco a poco progredirà da un atteggiamento passivo a uno attivo, da uno che subisce l’azione a uno che intraprende un’azione positiva. Solo con questo genere di comunione l’uomo arriverà a capire veramente Dio, a conoscerLo veramente. Poiché la gran parte delle persone non è mai entrata in vera comunione con Dio, la sua conoscenza di Dio si ferma al livello teorico, al livello di lettere e dottrine. Vale a dire, la gran parte delle persone, a prescindere da quanti anni creda in Dio, per ciò che riguarda la Sua conoscenza è ancora allo stesso punto di quando ha cominciato, bloccata sulle fondamenta delle forme tradizionali di omaggio, con le relative decorazioni di colori leggendari e superstizioni feudali. Se la conoscenza di Dio da parte dell’uomo rimane ferma al punto di partenza, significa che è praticamente inesistente. A parte l’affermazione della posizione e dell’identità di Dio da parte dell’uomo, la fede dell’uomo in Lui è ancora in uno stato di vaga incertezza. Stando così le cose, quanta vera venerazione per Dio può avere l’uomo?
Per quanto fermamente tu creda nella Sua esistenza, questo non può prendere il posto della tua conoscenza di Dio, né della tua venerazione per Lui. Per quanto tu abbia gioito delle Sue benedizioni e della Sua grazia, questo non può prendere il posto della tua conoscenza di Dio. Per quanto tu sia disposto e ansioso di consacrare tutto te stesso e di spendere tutto te stesso per Lui, questo non può prendere il posto della tua conoscenza di Dio. Forse hai acquisito tanta familiarità con le parole da Lui pronunciate o perfino le conosci a memoria e puoi sciorinarle alla rovescia, ma questo non può prendere il posto della tua conoscenza di Dio. Per quanto l’uomo possa essere deciso a seguire Dio, se non ha mai avuto una comunione autentica con Lui né ha avuto un’esperienza autentica delle Sue parole, allora la sua conoscenza di Dio non sarebbe più che un vuoto assoluto o una fantasticheria infinita. Per quanto tu abbia “sfiorato” Dio di sfuggita o Lo abbia incontrato faccia a faccia, la tua conoscenza di Dio sarà ancora pari a zero e la tua venerazione per Lui non sarà altro che un vano slogan o un ideale.
La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Prefazione”